Stupro di Viterbo, la versione degli accusati: rapporto consenziente. I legali: ci sono testimoni da sentire (video)

30 Apr 2019 16:57 - di Redazione

“Il rapporto sessuale era consenziente”. Questa la versione dei fatti  fornita dal 19enne Francesco Chiricozzi e dal 21enne Riccardo Licci  al gip Rita Cialoni durante l’interrogatorio di garanzia sullo stupro di Viterbo di cui sono accusati. Poco più di due ore, circa un’ora a testa, durante le quali i due – accusati di violenza sessuale di gruppo e di lesioni personali aggravate nei confronti di una 36enne – hanno risposto alle domande della giudice e del pm.

“Hanno fornito una versione dei fatti in parte divergente da quella della persona offesa. Si sono messi a disposizione dell’autorità giudiziaria perché saranno necessari degli approfondimenti istruttori, abbiamo fiducia nel lavoro della procura”, ha detto ai cronisti l’avvocato Marco Mazzatosta, legale di Riccardo Licci, insieme all’avvocato Giovanni Labate, legale di Francesco Chiricozzi. La versione dei due giovani “non corrisponde a quella della persona offesa” sottolineano i legali che però non sono voluti entrare nel merito della ricostruzione dei loro assistiti. “La narrazione di un fatto da due punti diversi è come fissare un orizzonte, c’è chi vede un albero e chi una pianta. L’albero c’è ma bisogna vedere come viene descritto”, si è limitato a dire Mazzatosta. L’avvocato Labate ha precisato: “è stata data una versione in buona parte divergente e contrastante con quella della persona offesa”.

I legali dei due accusato hanno detto inoltre di avere “fornito anche nominativi di persone che possono avvalorare la nostra impostazione difensiva e che ci auguriamo che vengano ascoltate quanto prima dagli organi inquirenti”. Hanno poi aggiunto che Francesco Chiricozzi e Riccardo Licci  “non hanno filmato tutto” e che “i filmati non sono esplicativi di tutto quello che è successo”. Ai cronisti che gli facevano notare che i referti medici attestano la violenza, l’avvocato Marco Mazzatosta, legale di Riccardo Licci, ha risposto che le “lesioni non sono compatibili solo con un’eventuale violenza, sono lesioni compatibili anche con un rapporto ad esempio su una superficie rigida”.

 

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