Siri attacca i Cinquestelle: «Mi usano come carne da macello. Ma io resto dove sono»
Si mostra «veramente provato, seccato, sconcertato». «Io non so nulla di questa storia, mi auguro che si sgonfi. Quel che so di certo è che non ho mai preso un soldo da nessuno. Sono tranquillissimo», afferma il viceministro alle Infrastrutture Armando Siri, in un’intervista al Corriere della Sera. Il sottosegretario è indagato per corruzione dalla procura di Roma nell’ambito di un’inchiesta nata a Palermo. Siri, tramite Paolo Arata, responsabile del programma della Lega sull’Ambiente, secondo l’accusa, avrebbe ricevuto denaro per modificare un norma da inserire nel Def 2018 che avrebbe favorito l’erogazione di contributi per le imprese che operano nelle energie rinnovabili. Norma però mai approvata.
Siri: «Non ho caldeggiato nulla»
Quanto ai rapporti con Arata dice: «Pensavo fosse uno specchiato docente. Tutti lo stimano, è stato anche commissario straordinario dell’Enea. Ha partecipato a convegni della Lega come docente esperto. Cosa ne so io se questo è un faccendiere?». Sulla presunta mazzetta in cambio di un emendamento al ddl Bilancio che avrebbe agevolato il “re dell’eolico”, Nicastri, Siri taglia corto: «Non ho minimamente idea, sono allibito. Non so chi sia questo imprenditore e non mi sono mai occupato di eolico in vita mia». E poi sui presunti legami di Nicastri con il boss mafioso Matteo Messina Denaro: «La mafia, i mafiosi, addirittura. Ma che ne so io che c’è uno dietro che è un mafioso? Non sono mai stato a Palermo, mai stato a Trapani. Io lavoro, faccio il mio. Certo, se mi chiamano dalle categorie… Tutti i giorni ce n’è uno che ti chiede cose. Ovvio, facciamo questo di lavoro. Arata mi ha stressato, mi chiamava continuamente. Ma io non ho mai telefonato a nessuno per caldeggiare niente».
Siri e la revoca della delega
Quanto alla revoca delle deleghe Siri spiega che Toninelli «mi ha telefonato, per dirmi che mi avrebbe tolto le deleghe. Io gli ho risposto “vedi tu”. Il mio solo pensiero è difendere la mia famiglia e i miei affetti». A Di Maio che chiede le sue dimissioni replica: «E per cosa? Non esiste, la Lega è compatta e io resto dove mi trovo. So di non aver fatto nulla, mai nella vita» e i cinquestelle «usano me come carne da macello, ma la questione politica mi interessa relativamente. L’unica cosa che mi sta a cuore in questo momento sono i miei affetti».