Scorte, Salvini all’attacco: “Vanno tagliate, i poliziotti non sono autisti”
Il sistema delle scorte va rivisto valutando la reale necessità “perché i poliziotti non sono autisti o accompagnatori”. Va giù duro Matteo Salvini nel suo intervento alla celebrazione del 167mo anniversario della Polizia di Stato. Dopo le polemiche sulla scorta a Roberto Saviano e lo scontro a distanza tra lo scrittore e il ministro che aveva ipotizzato di togliere la scorta all’autore di Gomorra (“Saranno le istituzioni competenti a valutare se corra qualche rischio, anche perché mi pare che passi molto tempo all’estero), Salvini torna alla carica confermando la sua linea: “Stiamo cercando di rimettere su strada il maggior numero possibile di agenti, riaggiornando il sistema delle scorte con una valutazione oggettiva. Bisogna difendere chi va difeso, i poliziotti non sono autisti o accompagnatori personali”, ha detto insistendo come in altre occasioni sull’urgenza di una revisione organizzativa con tagli alle scorte di cui si è abusato.
Salvini conferma il taglio delle scorte
“Sono più di 2mila gli uomini in divisa al giorno che proteggono Tizio o Caio. Il ministro ovviamente non fa scelte politiche, per cui io non dirò toglietela a Tizio o a Caio, però ci sono alcuni provvedimenti di scorta che sono vecchi di 10-15 anni che non hanno più alcun senso e sicuramente recupereremo poliziotti e carabinieri”, aveva detto in altre occasioni.
“Mia figlia pensa sia il capo della Polizia…”
Davanti agli uomini e le donne in divisa il vicepremier ha anche scherzato sull’abitudine di indossare in molte occasioni la giubba della polizia: “Oserei dire colleghi poliziotti – dice aprendo il suo intervento – visto che mia figlia, che ha sei anni, pensa che sia il capo della Polizia. Ma Gabrielli stia tranquillo, sono pronto a fare il ministro ancora per un po'”. Dopo aver elogiato “gli uomini e le donne delle nostre forze dell’ordine sono un modello, un esempio per i sistemi di sicurezza degli altri Paesi: non dobbiamo guardare a modelli altrui”, Salvini fa una citazione che non passerà inosservata: “È un onore e un privilegio essere qui con voi oggi – ha detto – s sono orgoglioso di incontrarvi quotidianamente. Un grande statista come De Gasperi diceva che non bisogna guardare alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni”. Se si ragiona a breve periodo non si fa un buon servizio al Paese.