Scandalo sanità, bufera sul Pd. L’inchiesta si allarga: sesso in cambio di nomine
Lo scandalo della sanità in Umbria che ha messo nei guai il Pd e portato agli arresti del segretario regionale dem e dell’assessore alla Salute si tinge di nuovi particolari a luce rossa. Non solo concorsi truccati per l’assunzione nelle aziende ospedaliere umbre con otto procedure di selezione del personale “condizionate illecitamente” durante il periodo delle intercettazioni telefoniche che hanno portato all’inchiesta. Ora nelle carte in possesso degli inquirenti, a leggere il Corriere dell’Umbria, spuntano anche rapporti sessuali in ufficio con una candidata. In particolare, il gip fa riferimento al caso di uno degli indagati che «incontra la candidata e le dà suggerimenti sia sul curriculum che sulle condotte da assumere dopo la nomina della commissione esaminatrice. Alla fine del secondo colloquio – scrive il gip – inoltre i due interlocutori si scambiano effusioni e hanno un rapporto sessuale». La circostanza si ripete anche in successive occasioni, riporta l’ordinanza: «Anche dopo la procedura i due si incontrano presso l’ufficio (…) consumando in ogni occasione un rapporto sessuale». I convegni amorosi – sottolinea il pm – si tengano proprio nel periodo in cui si svolge la procedura e senza che vi siano indici apparenti di una relazione sentimentale tra i due indagati» e ciò – sostiene – «indurrebbe a ritenere presente un vero e proprio accordo corruttivo fondato su uno scambio tra le prestazioni sessuali e la nomina».
Concorsopoli, le intercettazioni inchiodano il Pd
Intanto dalle intercettazioni e dai video emerge un «torbido sistema» messo in piedi per gestire i concorsi nel quale, riferisce il Corriere, non soltanto gli indagati sapevano dell’inchiesta e di essere intercettati al punto di cercare e trovare le microspie in ufficio (avvertiti – secondo i pubblici ministeri – dall’ex sottosegretario al ministero dell’Interno del Pd Gianpiero Bocci) ma potevano contare anche sulla «collaborazione» delle persone danneggiate a favore dei raccomandati, che appena interrogati come testimoni andavano a riferire agli interessati il contenuto delle loro dichiarazioni. È successo quando due donne escluse per fare posto all’amante dell’ormai ex direttore generale dell’azienda ospedaliera Emilio Duca hanno raccontato di essere state sentite dalla polizia giudiziaria proprio a Duca e alla sua amica. Nelle oltre 500 pagine dell’inchiesta è descritto «un quadro avvilente di totale condizionamento della sanità pubblica agli interessi privatistici e alle logiche clientelari politiche» e «uno stabile e consolidato asservimento della dirigenza sanitaria agli interessi di parte della locale classe politica». L’obiettivo dei politici è il consenso elettorale; quello dei dirigenti «acquisire consenso presso i propri referenti politici e conseguentemente assicurarsi il mantenimento dell’attuale posizione lavorativa». Le assunzioni avvenivano secondo una lottizzazioni tra le diverse correnti del Pd. Dietro la regia di concorsopoli le due anime del Pd umbro.
«Ecco le domande, così accontentiamo tutti»
In un colloquio registrato, Emilio Duca, direttore generale dell’azienda ospedaliera di Perugia, confessa che se fosse intercettato verrebbero fuori «cinque reati ogni ora». Gli investigatori della Guardia di finanza hanno ascoltato in diretta l’incontro in cui la governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini, avrebbe ricevuto le domande per l’esame da recapitare alla sua candidata. «Tu ce l’hai tutte?» chiede la presidente, e Duca spiega: «Ci sono tre prove. La prima sarà la più selettiva, quindi è naturale che se non ci attrezziamo…». Poi si parla di una busta, e in un’altra circostanza Duca confessa a un diverso interlocutor di aver consegnato tutte le domande alla Marini: “Adesso vedemo com’è la situazione… “. Quando capisce di poter sistemare sia la candidata della Marini che quelli di Bocci e dell’ex assessore Barberini, Duca esulta con il direttore amministrativo Maurizio Valorosi: «Le sistemamo tutte e tre così abbiamo fatto contenti tutti… tanto bene è venuta, un bijoux»