Scampia: la solidarietà di Gn e FdI al Centro sportivo della Fiamma, minacciato dai clan per Villa Nestore (video)
Dopo tre gesti di vandalizzazione del bene sequestrato alla camorra, affidato a loro in gestione, i dirigenti del Centro nazionale sportivo della Fiamma hanno ricevuto la solidarietà di Gioventù nazionale e degli esponenti locali di Fratelli d’Italia e una partita di beneficenza ha consentito di recuperare i fondi per ripristinare i locali danneggiati. Un lieto fine, almeno si spera, per la vicenda del centro sportivo polifunzionale Villa Nestore, bene sequestrato alla camorra ed affidato al Centro nazionale sportivo Fiamma dalla ottava Municipalità di Napoli (quartiere Scampia, Piscinola). «Da giugno 2014, abbiamo avviato una serie di iniziative per il recupero della struttura totalmente vandalizzata negli anni ed avviato progetti per il recupero dei minori di un quartiere notoriamente tra i più difficili, attraverso azioni socio-educative. Ma negli anni abbiamo subito atti intimidatori da parte di soggetti terzi, arrivando persino a installare un ordigno esplosivo, che per fortuna non esplose, causa la pioggia», racconta Antonio Arzillo, responsabile regionale del CnsF. «Ad oggi – prosegue – è attivo uno sportello sociale che da risposte alle famiglie del territorio come supporto psicologico o sostegno materiale sul campo polifunzionale, sono attivi corsi di pallamano, calcetto, basket. tra poco anche avvieremo un progetto con la federazione di tennis nella palestra invece si fanno corsi di judo, kick oltre che danza e ginnastica posturale per gli anziani. Tutte le attività sono a titolo gratuito, e autofinanziate, attraverso fondi privati dell’associazione».
La partita di calcio di beneficenza è servita a stringere i gestori del centro, minacciati dalla camorra, in un abbraccio solidale. «Grazie all’iniziativa promossa da Roberta Salerno, segretario regionale Gn e Ludovica Livigni, dirigente di Gn, abbiamo raccolto quasi 450 euro che non coprono i danni subiti, ma ci consentono di poter porre rimedio. Ma la vera gioia non sono gli euro in più o meno, ma la risposta che ha saputo dare la comunità di Napoli, non certo il circuito mainstreming “buonista” al quale fieramente non apparteniamo, ma quel mondo ideale di militanti che si è diviso in mille rivoli e che per una volta si è ritrovato, non per un funerale, ma per una battaglia di principio, non per difesa ma per rilanciare un messaggio, che a Napoli gli spazi sociali identitari vanno difesi da tutte le mafie. Grazie a chi ha organizzato, a chi è stato presente a rischio di brutte figure fisiche, a chi ha aderito ma anche hai tanti che hanno espresso vicinanza. Sentirsi parte di una #comunità aiuta, racconta Arzillo, anche nell’intervista che segue.