Salvini: «Mi accusano di fascismo mentre burocrati e buonisti affossano la gente»

8 Apr 2019 11:43 - di Alessandra Danieli

Non ci sono nostalgici, estremisti o reduci. Matteo Salvini risponde a distanza all’accusa di Di Maio sulla “pericolosa” politica europea della Lega e alle quotidiane lezioni di democrazia della sinistra e dei media. «Nel gruppo al Parlamento europeo che il Carroccio punta a costituire con altri partiti euroscettici non ci sono pericoli di nostalgismo. Gli unici nostalgici al potere sono al Bruxelles», dice il vicepremier leghista a Milano per il vertice dei sovranisti. Stanco delle quotidiane accuse sul presunto rischio per la democrazia dei gruppi politici schierati contro la politica finanziaria e anti-nazionale della Ue, Salvini rispedisce al mittente le inutili polemiche ideologiche che appartengono al passato: «Il dibattito su fascisti e comunisti e sul passato lo lasciamo agli storici. Noi guardiamo al futuro».

Salvini: ma quale fascista, io sto con la gente

L’accusa di reducismo è uno scudo per nascondere i veri pericoli di un’Europa senza volto che ha messo in ginocchio i cittadini. «I burocrati, i buonisti e i banchieri stanno affossando l’Europa. Stiamo lavorando per un nuovo sogno europeo, che per molti rappresenta un incubo. Noi mettiamo al centro famiglia, lavoro, sicurezza, tutela dell’ambiente e futuro dei giovani. Lo facciamo con movimenti alternativi», ha detto Salvini aprendo la conferenza stampa per presentare il progetto  “Verso l’Europa del buonsenso” per il nuovo gruppo al Parlamento europeo con i partiti alleati nel segno della svolta. Obiettivo: liberare l’Europa dalla morsa del socialismo. «L’accordo fra democratici e socialisti ci ha portato in questa situazione di incertezza e litigio», ha aggiunto spiegando ai giornalisti l’agenda del nuovo rassemblement. «La nostra famiglia punta ad allargarsi. Abbiamo differenze, visto che ci fondiamo sulle identità nazionali. Il sogno europeo lo faccio partire dal trattato di Maastricht, che si basa sulla piena occupazione e sull’identità, e dal sogno europeo di papa Giovanni Paolo II che parlava di identità e cultura». L’Europa ha un senso se riconosce le identità e le culture, se guarda solo al business e alla finanza è un incubo. L’appuntamento milanese è anche l’occasione per duettare con Di Maio che dalle colonne del Corriere aveva polemizzato con la Lega. «Non commento quello che fanno i miei alleati di governo. Quando Di Maio va a Parigi e mette in difficoltà il governo, io mi tengo le mie riserve per me»

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