Repubblica ha le prove. E ora diranno che i Rom di Latina “lavoravano” per il Secolo
Siamo stati pizzicati, Repubblica ha le prove. E anche noi siamo complici dei Rom in provincia di Latina. La pistola fumante è rappresentata dalla nostra candidatura alla presidenza del Lazio nel 2013.
Non sappiamo se ridere o piangere nel leggere il quotidiano più fantasioso che ci sia, nelle pagine dedicate a Roma e il Lazio.
Da giorni, Repubblica insiste sui nomadi pentiti che accuserebbero alcuni esponenti della Lega di patti elettorali con loro in provincia di Latina. Il titolo di oggi: “Favori di mafia ai leghisti. Il lungo silenzio di Salvini“. Con il corredo delle solite foto. Il selfie che diventa prova. Ma ci sta, è la loro campagna contro il ministro dell’Interno.
Le “verità” da campo nomadi
Anche il Secolo ne ha scritto, pur da una visuale assolutamente diversa. Perché vediamo molta millanteria nelle “verità” da campo nomadi e perché conosciamo le persone coinvolte dagli articoli. Nessuna delle quali indagata.
Il giornalista si chiama Clemente Pistilli ed aspira a chissà quale celebrità. E scrive, testuale, senza nemmeno un virgolettato che si riferisca a noi. Però, tutto fa. “Mentre Salvini sceglie il silenzio, a parlare, difendendo i leghisti e gli altri esponenti del centrodestra coinvolti nell’inchiesta, è però Francesco Storace“. E qual era la grave colpa del sottoscritto? “Le regionali del 2013 sono proprio quelle in cui era candidato presidente Storace”.
I social meglio di Repubblica
Insomma, fino a ieri i rom “decidevano” sulle comunali di Latina 2016. Poi, si risale alle regionali 2013. Vuoi vedere che faranno una retata in redazione? Va a finire che diranno che lavoravano per noi. Ops: “lavoravano”, tra virgolette.
Già, perché Pistilli dimentica che cosa vuol dire scrivere. A quelli come lui interessa la bufala da lanciare. Fate nomi, qualcuno ne parlerà. E’ il giornalismo che va di moda a Repubblica. Poi se la prendono con i social, ma chi scrive in questa maniera è solo un account cartaceo. Nulla di più. Neanche più il telefono sanno usare. Altrimenti non saprebbero che cosa raccontare ai lettori.