Reddito di cittadinanza, è caos totale. Funzionari allo sbando sotto l’incubo della Corte dei Conti
Il caos regna sovrano. A pochi giorni dall’erogazione del reddito di cittadinanza, tra annunci, liti e stop and go del governo, mancano gli strumenti di verifica dei requisiti e si rischia il corto circuito. L’allarme, raccolto dal Corriere della Sera, viene dagli stessi dirigenti dell’Anpal ( la società incaricata di reclutare i navigator che dovrebbero assistere i disoccupati nella ricerca del lavoro) che lamentano la totale assenza di indicazioni: la situazione è fuori controllo a partire dai meccanismi di verifica dei requisiti dei richiedenti fino al software che dovrebbe mettere in relazione i disoccupati con le aziende che sono alla ricerca di lavoratori. Per ora del “programmone” non c’è traccia.
Reddito di cittadinanza, la macchina burocratica è ferma
“È un disastro. Finiremo per erogare il reddito senza aver fatto i dovuti controlli. E solo nei casi in cui ci sia un funzionario pronto a prendersi in prima persona la responsabilità di farlo. Altrimenti…», è lo sfogo dei dipendenti della cosiddetta Agenzia Nazionale Politiche Attive Lavoro, una sigla semi-sconociuta ai cittadini. Nessuno sa praticamente di che cosa si tratti e la macchina burocratica è a un punto morto: tolte le copertura del decretone manca tutto. Il rischio serio è che lo Stato erogherà il reddito di cittadinanza senza verificare i reali requisiti e che siano i funzionari a pagare in prima persona: di fronte alla Corte dei Conti ogni funzionario rischia di essere considerato responsabile in solido (col richiedente senza requisiti) per ogni sussidio che non supera la verifica. Un’ipotesi che spaventa tanti, dentro e fuori l’Anpal. Senza il necessario controllo, per volontà del governo, il sussidio partirà comunque e sarà attivato sulle card «salvo verifica».
Il giallo dei navigator, concorsone senza sede
Quello che c’è, lamentano fonti dell’Agenzia, secondo quanto riporta il Corriere, a dispetto delle enfatiche comunicazioni ufficiali del governo, a cominciare dai 5Stelle, non funziona. Il legame tra la concessione del sussidio e le politiche attive – il compromesso che ha consentito alla Lega di digerire il reddito di cittadinanza – al momento è saltato. Il Gabinetto del ministro Di Maio, però, fa finta di nulla ignorando le richiesta dei funzionari e procede a testa bassa: il sussidio verrà erogato, annuncia solennemente il ministro grillino mentre, se non si dipana la matassa dei concorsi (il primo è andato deserto), è buio sui navigator che avrebbero dovuto accompagnare i neo-titolari del reddito alla ricerca di un lavoro. «Se non ci fossero le elezioni europee, ci sarebbe da prendersi un tempo supplementare e rinviare la prima erogazione a quando avremo tutto pronto», spiegano sconfortati i funzionari dell’Anpal. Nel cosiddetto «decretone» si dice che i navigator potranno «svolgere azioni di assistenza tecnica alle Regioni e alle Province autonome», insomma lavoreranno per gli enti locali e non per lo Stato e quindi potranno offrire solo «assistenza tecnica» ma non avranno il contatto diretto col disoccupato alla ricerca di lavoro. Finora per i tremila posti previsti in tutta Italia si sono presentati 100mila candidati, con la Fiera di Roma unica partecipante al secondo bando di gara per la ricerca di una location. In questa situazione allo sbando i tremila che supereranno il concorso avranno un’occupazione ma non potranno svolgere il lavoro di tutoraggio previsto solo a chiacchiere.
Nelle pieghe del caos logistico si annida la guerra senza esclusione di colpi tra il presidente dell’Anpal, il grillino Domenico Parisi e il dirigente generale, nominato dai governi precedenti, Salvatore Pirrone, che la Lega vorrebbe sostituire con Gianni Bocchieri, dirigente del settore Istruzione, formazione e lavoro della Regione Lombardia che a settembre criticava i navigator e il modello Mississipi.
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