Ramelli, il comitato: «Faremo il corteo, abbiamo il diritto di commemorare i nostri caduti»
“Il corteo si farà nonostante i divieti, questa è la nostra vera risposta ma abbiamo ancora desiderio e voglia di aprire un tavolo di confronto”. Il comitato organizzatore della manifestazione in ricordo di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani, prevista per il 29 aprile a Milano, non ci sta a rinunciare alla fiaccolata e risponde al divieto imposto dal prefetto diffondendo la locandina che annuncia il corteo. Marco Carucci, delegato del comitato, spiega quindi che “a piazzale Susa a Milano arriveranno i camerati, che abbiamo chiamato da tutta Italia, come è nostro diritto e tradizione fare”, precisando però che noi militanti “non siamo una banda di scatenati abituati a fare casino e non è nostra volontà farlo questa volta”.
«Non sarà una parata nazifascista ma una sfilata di tricolori»
“La nostra prima risposta è la locandina – dice all’Adnkronos – Vogliamo affermare con molta serenità il fatto che abbiamo tutto il diritto e anche il dovere di commemorare i nostri caduti in una forma che esiste da almeno 20 anni. Nel merito le prescrizioni del questore sono allucinanti e prive di fondamento perché sono ricostruzioni che non hanno nulla a che vedere con il corteo”. “In sintesi dice che vieta a noi la manifestazione dinamica per poterla concedere all’antifascismo milanese – aggiunge – Una dichiarazione che non è normale esca da una questura. In tutto il testo non viene mai citato il fatto che 60 rappresentanti istituzionali ci hanno messo la faccia, l’unica cosa che si cita è l’antifascismo milanese”. Inoltre il questore, spiega Carucci, fa riferimento al fatto che “negli anni scorsi ci sono stati comportamenti, i saluti romani, che hanno generato dei processi, ma il dato è che l’unico di questi procedimenti che è finito in Cassazione ha visto tutti assolti”. ‘la nostra non è una parata nazi-fascista ma una sfilata fatta di tricolori’