“Pussa via, brutta bestiaccia”. Il sindaco di Verona caccia Di Maio: «Chiedi scusa»
Lo scontro è aperto. Di Maio ne ha dette tante (e grosse) offendendo. E non si è degnato ancora di chiedere scusa. «Il vicepremier ha detto che siamo fanatici e che siamo la destra degli sfigati», ha detto Federico Sboarina, sindaco di Verona. Insulti che bruciano. «Io gli rispondo che può anche fare a meno di venire qui in città al Vinitaly, a fare la sua passerella elettorale». Il tono è secco, il volto è scuro: «Se esistesse il Daspo urbano per le offese arrecate, lui a Verona lo rischierebbe». Hanno lasciato il segno le furibonde polemiche sul Congresso delle Famiglie. E adesso si apre anche un inedito scontro istituzionale. Su cui arriva, immediata, la replica del Movimento 5 Stelle, affidata, almeno per ora, al sottosegretario alla Pubblica amministrazione (anche lui veronese) Mattia Fantinati: «Sboarina torni ad occuparsi della sua passione calcistica a tempo pieno, unico argomento che sembra risvegliarlo da un torpore a cui sta condannando tutta l’amministrazione comunale, mentre Verona è molto meglio del suo primo cittadino». Parole, quelle dell’esponente dei Cinquestelle, che ricalcano lo stile grillino: quando non si hanno argomenti e ci si trova in difficoltà, insultano. È lo sport preferito nelle palestre del M5S.
Di Maio povero quaraquaqua. Macchietta ignorante