Pericolo Isis, l’imam di Grosseto prelevato dalla Digos: “Espulso, reclutava jihadisti”
Zejnullah Sadiki, imam di Grosseto, sospettato di fare proselitismo per l’Isis, è stato prelevato dagli uomini della Digos e portato al Cie di Torino per essere espulso. A dare notizia dell’allontanamento è stato lo stesso Sadiki su Facebook: «Sono stato prelevato – ha scritto – perché sono una persona pericolosa per lo Stato italiano in quanto imam sempre più radicale, e perché frequento molti centri islamici. Ma se c’è ancora giustizia nello stato italiano tornerò». Negli ultimi anni l’azione degli uomini dell’Antiterrorismo della Digos maremmana ha portato anche ad altre espulsioni, fra le quali quelle di alcuni familiari di Kobuzi e di Muhabi Ajeti, ufficialmente taglialegna nel piccolo paese di Montieri ma – anche lui – in odore di estremismo islamico targato Isis.
L’imam di Grosseto e la cellula della Maremma
Di Sadiki si cominciò a parlare nel gennaio del 2015, quando si scoprì inconsapevole dimora di una cellula jihadista in Maremma, formata da Maria Giulia Sergio che da Poggioferro, frazione del comune di Scansano dove aveva abitato per diversi mesi, seguendo quanto già fatto dal marito albanese Aldo Kobuzi, partì per un viaggio che la condusse in Siria. Già aveva cambiato nome, non più quello italiano bensì Fatima Az Zahrà, come la figlia prediletta di Maometto. Di lei, come riporta un dettagliato servizio de La Nazione, da quel momento solo notizie frammentarie: l’ultima, per quanto attendibile possa però essere, che sia caduta in combattimento. «Non ho mai conosciuto questa ragazza, né ho mai sentito parlare di lei», si affrettò a dire Sadiki una volta contattato, ma non fu convincente perché il centro islamico aveva ospitato Shefqet Krasniqi, estremista balcanico poi arrestato nel Kosovo perché ritenuto responsabile di propaganda finalizzata al reclutamento di jihadisti.