Per il viceministro Laura Castelli guai dal suo collegio elettorale: ripudiata dai grillini “doc”
Il governo va avanti con la spending review e conferma il no alla patrimoniale. I viceministri Laura Castelli (M5S) e il leghista Massimo Garavaglia sono stati nominati dal governo commissari straordinari per la spending review. Nella risoluzione al Def approvata oggi , si impoegna il governo ad “adottare un piano di razionalizzazione, riqualificazione e di revisione della spesa pubblica ed in particolare delle amministrazioni pubbliche, degli enti pubblici, nonché delle società controllate direttamente o indirettamente da amministrazioni pubbliche che non emettono strumenti finanziari in mercati regolamentati” e si chiede l’impegno a “non prevedere misure di incremento della tassazione sui patrimoni”. Ma per la giovanissima viceministro Castelli (32 anni) i guai non vengono solo dalla spening review, ma soprattutto dal suo collegio, che uno dei più importanti del Piemonte. È successo che a Collegno, feudo oltre che della Castelli anche della deputata grillina Celeste D’Arrando, la base è in rivolta contro i loro parlamentari, al punto che invitano gli elettori a non sostenere né votar eil candidato sindaco da loro indicato. Un grillino locale di vecchia data ha accusato le due parlamentari di gestione spregiudicata delle elezioni amministrative e addirittura di non avere a che fare con il “vero” movimento 5 Stelle, arrivando a definirle “impostori”. Anche un consigliere comunale grillino di Collegno se ne è andata annunciando la sua candidatura in altra forza politica. Non solo: dei cinque consiglieri 5Stelle uscenti nessuno di ripresenta nelle file grilline. Insomma, è polemica aperta e durissima tra la Castelli e la sua ex base, con sconfessioni sui social da parte di militanti storici. In realtà la cesura risale a quattro anni fa, quando per l’elezione a vice presidente del consiglio comunale la Castelli sponsiorizzò un suo fedelissimo contro le indicazioni della base. Frattura mai più risanata, e oggi i nodi vengono al pettine. La base è unita nell’appello ai grissini: “Non sostenete il M5S di Collegno”.