Per Di Maio e Salvini l’unica Iva è la Zanicchi: il povero Tria si rassegni

18 Apr 2019 12:18 - di Giacomo Fabi

Matteo Salvini e Luigi Di Maio si sono rimangiate già troppe promesse per credere ancora ai loro “sempre” e “mai”. O all’ultimo “no” gridato a una voce all’indirizzo del ministro Tria, reo solo di ovvietà, cioè di aver detto che in mancanza di misure correttive, dal prossimo 1° gennaio, aumenteranno Iva e accise come da impegno assunto dal governo in sede europea a garanzia della cosiddetta “manovra del popolo”. Un ovvietà, appunto. Ma non per i dioscuri del governo, il cui asservimento alle logiche della propaganda è così totalizzante da impedire loro di prenderne atto. Anzi, con lo sprezzo del ridicolo che li rende ormai inconfondibili, Tria i grillini lo hanno persino sfanculato sollecitandolo a passare armi e bagagli nel Pd con la motivazione che da quelle parti di aumento delle tasse se ne intendono come pochi. E siamo d’accordo. Ma le chiacchiere stanno a zero anche per i signori del governo. Rispondere “signornò” all’aumento dell’Iva senza indicare alternative significa pretendere dai cittadini una professione di fede. E non si può. Taglieranno la spesa? Metteranno mano al sistema delle deduzioni e delle detrazioni o, come sembra, si acconceranno ad un aumento selettivo dell’Iva per riprendersi con l’uncino sinistro quel che allungheranno con la mano destra? Difficile arrivi una risposta. Nel frattempo, piovono annunci: la flat tax, per esempio. Un po’ alla maniera dei truffatori quando coprono l’assegno in scadenza con un altro postdatato. Il tempo, si sa, è denaro anche in politica. Specie quando il voto è alle viste e le tensioni internazionali possono dare una mano insperata. Quella che si protende verso il governo italiano si chiama Libia. Dovesse avvitarsi la crisi della nostra ex-colonia in una spirale senza uscita, Salvini e Di Maio farebbero salti di gioia. Il primo per tornare a parlare di sbarchi e migranti, materia che gli procura voti e visibilità. Il secondo per fare l’esatto contrario e dimostrare di non essere una semplice controfigura. A quel punto, dell’Iva, resterebbe solo la Zanicchi.

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