Pamela, l’ultima infamia di Oseghale: «La ragazza chiedeva eroina e offrì sesso»
Pamela, l’ultima infamia di Oseghale è in una dichiarazione spontanea che l’imputato ha reso nel processo.”Era il 30 gennaio 2018 – così comincia la ricostruzione di Oseghale – un mio amico mi aveva chiamato dicendomi di recarmi ai giardini Diaz perché aveva bisogno di marijuana. Mentre aspettavo il mio amico seduto a una panchina, si è avvicinata una ragazza che mi ha chiesto un accendino. Mi chiese se avevo della roba, io dissi di sì che avevo marijuana, ma non le interessava, voleva proprio l’eroina”. A quel punto Pamela lo avrebbe “implorato di aiutarla” nella ricerca di eroina e avrebbe anche offerto una prestazione sessuale in cambio di questo aiuto nel reperimento dell’eroina.
«È morta a casa mia, ma non l’ho uccisa io»
“Davanti ai famigliari” di Pamela Mastropietro, Oseghale ha anche negato di aver ucciso e fatto a pezzi la ragazza “Pamela è morta a casa mia, ma io non l’ho uccisa”, ha detto Oseghale precisando di tenerci a dirlo davanti ai parenti della ragazza, presenti in aula. An che dopo morta, non finisce il supplizio della povera Pamela.
La mamma di Pamela non ha retto ed è uscita dall’aula
Alessandra Verni, la mamma di Pamela , sempre presente durante le udienze del processo davanti alla Corte di Assise di Macerata, a un certo punto non ha retto ed è uscita dall’aula del tribunale mentret Oseghale rilasciava dichiarazioni Un gesto, ha riferito il fratello della donna e avvocato, Marco Valerio Verni, fatto per “indifferenza” nei confronti del l’imputato. “Alla rappresentazione teatrale abbiamo già assistito nel corso dell’udienza preliminare, il biglietto si paga per uno spettacolo non per due”, ha spiegato il legale della famiglia.