Osho: «Se facessi come Vauro mi brucerebbero vivo. Io non sono di sinistra» (video)

27 Apr 2019 14:16 - di Redazione

«Con gli altri colleghi nessun rapporto. Non faccio parte del giro e nessuno mi si fila». Nonostante l’indiscusso successo, Federico Palmaroli, in arte “Osho”, resta un irregolare. Uno fuori dal giro, che non ha rapporti con gli altri vignettisti. «E loro non ne hanno con me», ha raccontato il re dei “meme”, intervistato dal direttore de Il Tempo Franco Bechis, nella rubrica video “L’abitacolo”, girata per le strade di Roma all’interno di una city car. «Probabilmente chi da anni fa satira si frequenta, gira gli stessi posti e partecipa agli stessi programmi. Ma io non faccio parte di quell’ambiente, sono un brutto anatroccolo», ha aggiunto Palmaroli, che di fatto sa di scontare un peccato originale: non essere di sinistra.

Osho fuori dal giro

«Tendenzialmente non ci si aspetta nulla di buono da chi non viene da sinistra», ha sottolineato Palmaroli, spiegando a Bechis – con il quale collabora al Tempo con la rubrica “Il Tempo di Osho” – perché, in una precedente intervista, aveva detto che a Vauro è perdonato tutto. «Non ho nulla contro Vauro. Era solo un esempio per dire che a quella satira di sinistra è permessa anche la scivolata pesante. Lo facessi io, mi brucerebbero vivo», ha chiarito l’autore de “Le più belle frasi di Osho”, ricordando anche che «in un’intervista invocai Gentiloni premier a vita perché temevo di perdere una fonte di ispirazione notevole. Ovviamente mi hanno appiccicato subito l’etichetta di piddino. Poi quella opposta. Perfino che fossi di CasaPound. Semplicemente non sono di sinistra».

Quella volta che Di Maio…

Un peccato originale – si diceva – che gli è valso l’esclusione da certi ambienti, ma che non gli ha impedito di diventare uno dei più apprezzati autori di satira che ci siano oggi in Italia. Tanto dal pubblico quanto da quegli stessi politici che sono diventati bersagli della sua ironia, da quando nel 2017 dovette smettere di usare le foto del mistico indiano per un contenzioso con la Fondazione che ne porta il nome e detiene i diritti d’immagine. «Così ho dovuto virare sulla politica», ha raccontato ancora Palmaroli a Bechis, rivelando che i politici lo seguono e «qualcuno si diverte». Con qualche eccezione. È stato Bechis a rivelare un incidente con Luigi Di Maio, che una volta protestò per una vignetta. «Sì, direi proprio che non gli è piaciuta. Ma era una vignetta sulla sua fidanzata, lui contestava la foto che per altro non era fatta da noi, ma pubblicata da un settimanale e ripresa da tutti. Non è stata gradita per niente proprio. Ma sinceramente ho fatto ben di peggio». Per il resto, Palmaroli non ricorda altri che siano arrabbiati tanto. «Non mi è mai capitato. Se anche l’hanno presa male, non mi hanno manifestato un’esplosione di rabbia così. Tendenzialmente però – ha spiegato – credo che per fare ridere non bisogna essere necessariamente pesanti».

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