Operata di tumore al cervello mentre suona il violino, non è un film: è successo a Taranto. Ecco il video

24 Apr 2019 15:59 - di Redazione

Quanto accaduto nei giorni scorsi nell’ospedale Santissima Annunziata di Taranto sembra uscito da una puntata di Grey’s anatomy e invece è pura realtà, meraviglioso frutto del prodigio della scienza medica, il superamento dell’ultima frontiera della chirurgia: una ragazza di 23 anni, violinista, affetta da neoplasia cerebrale frontale sinistra a basso grado di malignità, è stata sottoposta a un intervento di craniotomia ed asportazione della neoplasia in “awake surgery”, cioè a paziente sveglia. La chirurgia a paziente sveglio viene utilizzata prevalentemente per rimuovere i tumori localizzati vicino alle aree del linguaggio o ad altre aree critiche. Per minimizzare i potenziali danni alle funzioni cerebrali, provocati dalla chirurgia, l’equipe del reparto di Neurochirurgia del nosocomio tarantino ha deciso che non solo la paziente doveva essere sveglia durante l’operazione, ma che avrebbe suonato  il violino, in condizione vigile e collaborativa. Si tratta, in assoluto, del primo intervento del genere concepito nel Sud Italia. Pochissimi altri ne sono stati effettuati nel nostro Paese. Il reparto coinvolto è la Neurochirurgia, già punto di riferimento nazionale per interventi in awake surgery.

Taranto, operata di tumore al cervello mentre suona il violino sul tavolo chirurgico

L’intervento, durato oltre 5 ore, è stato effettuato dal direttore dell’Unità Operativa Complessa, Giovanni Battista Costella, e dal dottor Nicola Zelletta, con la fondamentale collaborazione dell’anestesista, Angelo Ciccarese. L’equipe era completata dai dottori Gounaris e Cantone. La metodica chirurgica adottata dall’equipe, implementata dall’ausilio di dispositivi di ultima generazione come il neuronavigatore ed il monitoraggio neurofisiologico di cui dispone il reparto, ha permesso di rimuovere la neoplasia situata in un’area funzionale, eloquente del parenchima cerebrale, evitando danni neurologici, soprattutto disturbi della parola, cognitivi ed evitando difficoltà nella coordinazione dei gesti. Stimolando nella fase operatoria specifiche zone cerebrali, sono stati evocati disturbi sensitivi complessi. «Questa tecnica – dichiara il dottor Costella – è particolarmente indicata nei casi in cui è necessario rimuovere lesioni localizzate in zone critiche. Certo al paziente è richiesta collaborazione e la procedura nel complesso non è una esperienza semplice, ma in sala operatoria c’è un’equipe altamente preparata e un team multidisciplinare composto da anestesisti, neuropsicologi e neurofisiologi oltre che personale infermieristico appositamente addestrato. Sembra surreale ma si fa conversazione con il paziente spiegando cosa si sta facendo in modo da tranquillizzarlo il più possibile e monitorare la situazione in maniera più attenta».

Questo intervento dimostra il livello di alta specializzazione raggiunto

E a intervento terminato, ha espresso enorme soddisfazione ed orgoglio anche Stefano Rossi, direttore dell’Asl Taranto: «Questo innovativo intervento di neurochirurgia – spiega – è la dimostrazione che nei nostri ospedali si riesce a fare, come in molti casi quotidiani meno noti, medicina di alta specializzazione. A livello scientifico parliamo di un intervento senza precedenti, sia per la sua esecuzione tecnica che per il decorso post operatorio».

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