Nuova “sparata” di Araud, l’ex ambasciatore francese anti-Trump: lo insultò anche la notte delle elezioni
Incredibile sparata molto poco diplomatica nell’ultimo giorno da ambasciatore della Francia negli Stati Uniti, e della sua carriera di 37 anni in diplomazia, di Gerard Araud, al quale evidentemente il presidente americano no sta simpatico. L’ormai ex ambasciatore paragona l’amministrazione Trump alla corte di Luigi XIV “con un vecchio re, volubile, imprevedibile, disinformato ma che vuole essere quello che decide tutto”. Araud però non ricorda che re Sole era francese, e non americano. E via di questo passo, in un’intervista che non si sa se è lo sfogo per qualcosa di sgarbato ricevuto dall’amministrazione Usa oppure se da un calcolo politico. “Quando dicono America first intendono America alone, da sola – ha detto l’ex ambasciatore in un’intervista al Guardian – in pratica, questo presidente e questa amministrazione non hanno alleati, non hanno amici. Si tratta in realtà di relazioni bilaterali basate sul bilanciamento della forza e la difesa di un ristretto interesse americano”. Peccato per Araud e per la Francia che l’econiomia Usa voli mentre quella francese arranca. Per quanto riguarda il suo lavoro di diplomatico, Araud rivela di non avere avuto dei reali interlocutori al dipartimento di Stato, “abbiamo persone con cui parlare che non hanno reale potere o accesso. La conseguenza è che vi è un solo centro del potere, la Casa Bianca”. Ma anche lì è Trump, come un novello Re Sole, che “vuole mostrare di non farsi influenzare da nessuno”, neanche il suo consigliere, il terzo, per la Sicurezza Nazionale, John Bolton per il quale l’ambasciatore francese ha parole di apprezzamento. “E’ molto competente, molto preparato, è lì da 40 anni, ma allo stesso tempo dovete capire che non controlla questo presidente, perché è incontrollabile”. Araud non è nuovo a queste esternazioni: è stato ostile a Trump sin dalla campagna elettorale, e la notte delle elezioni ha fatto un tweet disperato: “È la fine di un’era, l’era del neoliberismo, non sappiamo ancora cosa ne uscirà”, seguito da un: “Dopo la Brexit (altro dispiacere per Araud) e questa elezione tutto è possibile, un mondo sta crollando sotto i nostri occhi”.
E in questo quadro, avvisa ancora Araud nell’intervista al quotidiano britannico, Londra non deve aspettarsi un trattamento speciale per un accordo commerciale bilaterale dopo la Brexit. “L’amministrazione Trump non ragiona considerano i rapporti multilaterali come una priorità – ha detto – e poi non hanno nessun affetto per gli europei, li trattano come trattano i cinesi. E quando i britannici arriveranno per un accordo per il libero commercio – ha aggiunto – schizzerà il sangue e sarà sangue britannico”. “Saranno Ogm a colazione, pranzo e cena”, ha concluso sostenendo che Washington imporrà a Londra di rinunciare agli standard attualmente adottati dalla Ue sul controllo agricolo sugli organismi geneticamente modificati. Ambasciatore a Washington dal 2014, quindi ai tempi di Barack Obama – da lui definito “il burocrate massimo, andava a letto ogni sera con 60 documenti e la mattina dopo li riconsegnava pieni di annotazioni” – Araud non ha nascosto in questi dei anni i suoi sentimenti nei confronti del nuovo presidente e delle sue politiche. A partire dalla notte stessa della vittoria elettorale di Trump, quando, nella notte, su Twitter parlò della “fine di un’era, noi non sappiamo quello che succederà, dopo la Brexit e queste elezioni tutto è possibile. Il mondo sta crollando di fronte ai nostri occhi, vertigini”. Parole veramente poco diplomatiche, tanto che, dopo una serie di telefonate preoccupate da parte del Quai d’Orsay, il tweet fu cancellato. Ma evidentemente non la posizione dell’ambasciatore.