Non ho nulla di personale contro Tajani, ma la verità è sotto gli occhi di tutti…
Io non ho nulla di personale contro Tajani e notoriamente ho molta stima per Berlusconi (anche se a Schifani ricordo che la destra c’era già prima di Forza Italia e anche primo partito a Catania e Bolzano nel ’71 e sempre più forte a Roma dove da sola sfiorò la vittoria e che a “sdoganarci” fu il popolo italiano dopo la caduta del muro di Berlino). Ma tutti sanno che in Europa Tajani è uno strenuo sostenitore dell’estabilishment e che per ingraziarsi la Merkel convinse Berlusconi ad abbandonare l’alleanza di centrodestra con FdI e Lega alle comunali di Roma consentendo la vittoria della Raggi contro Giorgia Meloni. Mi stupisce perciò che qualcuno trovi strano accomunare la presidenza di Tajani nel bene (se ne esiste) e nel male (e ne esiste molto) a questa Europa governata dal Partito popolare. Fa poi sorridere la pubblica solidarietà per contratto che diversi esponenti di Forza Italia rivolgono a Tajani con una buona dose di ipocrisia per chi conosce il giudizio che molti di loro ne danno in privato. Ma forse ogni scusa è buona per esorcizzare la paura delle imminenti elezioni su posizioni troppo a difesa dello status quo che, piaccia o non piaccia, è rappresentata dalla figura del Presidente del Parlamento europeo a cui, non a caso senza farne il nome, si è riferita Giorgia Meloni ribadendo che per Fratelli d’Italia in Europa è tutto da cambiare. E tanto nervosismo e acrimonia nelle ingiustificate repliche di FI fa pensare di aver colto nel segno.