“Non fare il salame, rifiuta il fascismo”: atroce manifesto a Torino
«Non fare il salame, rifiuta il fascismo». E, accanto, una foto a mezzo busto di Mussolini appeso a testa in giù. Questo il manifesto atroce comparso per le vie di Torino nella mattinata di oggi, giovedì 25 aprile. E c’è ancora chi parla di “festa”. Questa data, quest’anno ancor più che in passato, si è trasformata in una sagra degli orrori. Cosa c’è da celebrare? L’imbecillità? L’alzata di ingegno è di Andrea Villa, noto come il Banksy torinese. I cartelloni sono stati affissi in diversi punti della città: al Rondò della forca (corso Regina Margherita angolo via Cigna), in via XX Settembre 66, in via Corte d’Appello 20 e in corso Vinzaglio angolo corso Matteotti. La scelta della zona non è casuale.
Luogo tristemente noto
Rondò della Forca è un incrocio tra corso Regina Margherita, corso Valdocco e corso Principe Eugenio. Un luogo tristemente noto, lì si tenevano le pubbliche impiccagioni. Da qui il nome. La Stampa (da cui tratta l’immagine) racconta il brutto episodio.
L’esecuzione dei partigiani
L’ultima esecuzione risale al 1945 quando la sedicenne Marilena Grill, accusata di essere una spia fascista venne fucilata dai partigiani. In realtà, leggiamo su La Repubblica, la ragazza, “di origini valdesi, figlia unica, orfana di padre”, si era arruolata “nel Servizio ausiliario femminile della Repubblica di Salò, nel ’44”. E la sua esecuzione provocò una divisione all’interno dei partigiani. Al punto che il comandante partigiano del plotone di esecuzione, il romano Alberto Polidori, si rifiutò di sparare. Ci pensò un altro, un certo Pierin de’ la Fisa, a sparare una raffica di mitra alla sventurata e innocente Marilena. Non c’è che dire, i manifesti apparsi nel giorno della cosiddetta Liberazione, la dicono lunga. La pietà non è mai morta, altro che festa…