Mafia nigeriana, il rito di affiliazione tra botte, sangue e alcol nel racconto di un pentito (video)

4 Apr 2019 16:13 - di Redazione

“La notte in cui sono entrato negli Eiye è stata tremenda”. A raccontare il rito dell’affiliazione alla potente confraternita della mafia nigeriana diffusa in tutta Italia e colpita oggi dall’operazione ‘No fly zone‘ della Squadra mobile di Palermo, con il fermo di 13 persone, è uno dei due pentiti. “Ero fuori, mi hanno bendato e fatto stendere per terra – dice -, hanno preso un bastone e mi hanno picchiato in tutto il corpo. Mi hanno tolto la benda, mi hanno aperto gli occhi e mi hanno sputato qualcosa dentro, come del pepe. Io non riuscivo a vedere, mi davano schiaffi sulle orecchie, io volevo aprire gli occhi perché volevo che smettessero”. “Ho aperto gli occhi, ho visto una persona che sembrava un’ombra – racconta ancora -. Poi ho visto che mi facevano vedere le dita di una mano e mi chiedevano di dire quante ne vedevo. Ho detto 3, 4, 5 e poi mi hanno detto che ero ‘rugged’, che ero un membro e mi hanno sollevato”.

Il giuramento degli affiliati

Un’escalation di violenza fino al giuramento finale. “Io sosterrò gli Eiye economicamente altrimenti il dio Jkjk mi strapperà gli occhi. Una ferita a uno è una ferita per tutti, un problema per uno è un problema per tutti. Se vedo mio fratello che litiga con qualcuno e non lo sostengo non lo aiuto il dio Jkjk mi toglierà gli occhi, se non rispetterò i più grandi nella Confraternita Eiye, il dio Jkjk mi strapperà gli occhi”.

Una violenza confermata anche dal secondo collaboratore che davanti agli investigatori ha ripercorso le fasi della sua affiliazione. “Mi hanno picchiato talmente forte quasi vicino alla morte – ha raccontato -. Non potevo parlare. C’erano circa venti persone in quel posto, ma non so in quanti mi hanno picchiato perché ero bendato”. Per colpire il nuovo membro dell’associazione possono usare qualunque cosa. “Tutto tranne spararti, usano pezzi di legno, bastoni, asce, coltelli. Danno colpi a entrambe le orecchie contemporaneamente. Da quel giorno io ho una cicatrice. Deriva da un colpo di pistola”. Lui è fortunato. “Ci sono persone che sono entrate negli Eiye che non possono più alzarsi dopo quel giorno o che non sentono più. È per questo che sono così violenti”. Nel rito un ruolo di primo piano è svolto dal padrino del nuovo membro, il God Father, colui che introduce il giovane affiliato nel gruppo e che è poi destinato a mantenere nel tempo un forte ascendente su di lui. Qualche tempo dopo l’ingresso all’affiliato viene richiesto di dare una festa, chiamata ‘birth day’, nella quale si offre da mangiare e da bere a tutti gli altri membri e per la prima volta si incontra l’Ibaka, cioè il capo che dà le direttive.

“L’affiliazione ha un costo ed è un legame che non si può sciogliere senza incorrere nella reazione violenta degli altri affiliati – dicono gli inquirenti -La quota associativa versata va a rimpinguare la cassa dell’organizzazione criminale che viene ripartita su base regionale”. Il rito di affiliazione prevede il ricorso alla violenza e l’utilizzo di bevande a base di gin miscelato ad acqua e peperoncino o pepe ed altre sostanze alcoliche con porzioni di riso e tapioca chiamata Hot Water, come emerge dalla intercettazione ambientale relativa all’affiliazione di due nigeriani.

 

 

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