Mafia, è scontro dentro il M5S. Deputata accusa il “suo” sottosegretario

9 Apr 2019 16:23 - di Redazione

«Sono davvero delusa dal sottosegretario Gaetti. Sui testimoni di giustizia aveva annunciato delle risposte che non sono mai arrivate. Mi dispiace dirlo, ma sono amareggiata». Scontro tutto interno al M5S e per di più su un tema delicatissimo come la lotta alla mafia e la protezione dovuta dallo Stato a chi trova il coraggio di denunciarla. Ad accendere la miccia è Piera Aiello, ex testimone di giustizia e oggi deputata del M5S e componente della commissione Giustizia, che non nasconde le critiche al sottosegretario all’Interno, sempre in quota M5S. Gaetti è accusato di «non avere fatto quanto promesso sui testimoni di giustizia».

Piera Aiello attacca Gaetti: «Testimoni di giustizia dimenticati»

Proprio questa mattina l’associazione dei testimoni, rappresentata tra gli altri, da Ignazio Cutrò, ha accusato Gaetti di avere fatto solo delle «presunte aperture a favore dei testimoni di giustizia». Una «farsa», insomma, di cui farebbero parte le «audizioni», organizzate prima a Palermo e poi nella Commissione centrale. Ma tutto – accusa Cutrò – somiglia ad «un sotterfugio per gettare fumo negli occhi dei cittadini per eludere le promesse fatte durante la campagna elettorale, un tentativo maldestro di galleggiamento mediatico e di ricerca del consenso». In favore di chi ha rischiato la vita per enunciare la mafia, la Aiello rincara la dose: «Inizialmente – ricorda -, ho fatto in modo di fare incontrare Gaetti con i testimoni. Incontri dove Gaetti si mostrava molto predisposto ad ascoltare le problematiche e la cosa mi era piaciuta. Ma non è accaduto niente».

Il marito, figlio di un boss, fu ucciso dalla mafia

Il marito della deputata grillina, Nicolò Atria, figlio del boss Vito, fu ucciso dalla mafia il 24 giugno 1991. Proprio davanti agli occhi della Aiello. Che decise subito di denunciare i due assassini del marito e iniziando così a collaborare, unitamente alla cognata Rita Atria, con il giudice Paolo Borsellino. Dopo la strage di via D’Amelio, in cui il magistrato fu ucciso insieme alla scorta, presa da disperazione, Rita si tolse la vita. La stessa Aiello ha deciso di mostrare il suo volto solo un anno fa, subito dopo l’elezione in Parlamento. «Gaetti – si sfoga ora – dice che è un medico e che lui guarisce ma non fa miracoli. Ma non vedo neanche la guarigione, a dire il vero…». E ribadisce che la vicenda dei testimoni di giustizia «non ha colore politico» perché «qui si parla di vite umane». E conclude: «Lasciare le persone nel limbo non è giusto».

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