Libia sull’orlo della guerra civile. Miliziani di Haftar catturati alle porte di Tripoli (video)

5 Apr 2019 13:53 - di Redazione

La Libia è una polveriera. Uomini delle forze al comando del generale libico Khalifa Haftar sono stati fatti prigionieri nelle ultime ore nella “zona militare occidentale” dalle forze fedeli al governo di concordia nazionale di Tripoli. Lo confermano fonti libiche, precisando che sono in tutto “128 i combattenti della Brigata 106” catturati dalle milizie di Zawiya, che hanno sequestrato loro armi ed equipaggiamenti. Secondo le fonti, sarebbero “32 i mezzi” sequestrati alle forze di Haftar. Intanto, caccia delle forze di Misurata hanno condotto all’alba due raid contro le forze del generale Haftar nella parte meridionale di Garian, la città ad un centinaio di chilometri a sud di Tripoli dove l’Esercito nazionale libico è entrato giovedì.

Libia sull’orlo di una guerra civile

La Libia sembra sull’orlo della guerra civile. Dalla morte di Muammar Gheddafi, in Libia politica e scontro militare vanno di pari passo. Le truppe Khalifa Haftar hanno rilanciato la loro avanzata sulla capitale, con un video propaganda bellicoso. Il motivo è evidente: l’inviato dell’Onu Ghassan Salamé ha organizzato la Conferenza nell’oasi di Ghadames, nel sud-ovest del Paese, per il 14 e 16 aprile. Haftar intende arrivarci da una posizione di forza. Ma ora le sue difficoltà sono notevoli.

Libia: «Haftar fallirà»

«Le forze di Haftar sono in seria difficoltà, la sua offensiva nell’ovest della Libia fallirà», spiega all’Adnkronos Ashraf Shah, ex membro del dialogo politico che ha negoziato gli accordi di Skhirat. «Le notizie secondo cui le sue forze sarebbero a 30-40 chilometri dalla capitale sono pura propaganda – assicura – Non hanno speranze di entrare a Tripoli, dove la situazione è assolutamente tranquilla». Secondo Shah, la “scommessa” del generale di conquistare l’ovest del Paese per presentarsi alla Conferenza nazionale in una posizione di forza «fallirà».

Salvini: «Soluzione armata devastante»

Il caos in cui è piombato il Paese nordafricano sarà al centro oggi di un incontro del Consiglio di sicurezza Onu, chiesto dalla Gran Bretagna, nel quale l’inviato speciale Ghassan Salamè farà il punto sulla situazione. Matteo Salvini è «molto preoccupato» per la situazione , dice, facendosi aggiornare ora per ora dalla nostra intelligence. «Bisogna gettare acqua sul fuoco. Non vorrei che qualcuno, per interessi economici e commerciali, stesse invogliando a una soluzione armata, sarebbe devastante», ha detto il vicepremier a margine del G7 dei ministri dell’Interno. «Ogni riferimento a chi c’è dietro Haftar è puramente casuale», ha aggiunto. Da fonti libiche , infatti sostengono all’Adnkronos che Haftar abbia  ricevuto dalla Francia il via libera alla sua avanzata su Tripoli.

Il ruolo della Francia

Secondo le fonti libiche, in un incontro due giorni fa con il vice premier del governo di accordo nazionale, Abdulsalam Kajman, l‘ambasciatrice francese in Libia, Beatrice Le Fraper Du Hellen, ha avvertito che se il premier Fayez Serraj non avesse firmato l’accordo di Abu Dhabi del 26 febbraio scorso con Haftar, il generale sarebbe entrato nella capitale per riportare l’ordine. Le stesse fonti sostengono che è ormai sul punto di saltare la Conferenza nazionale che l’inviato delle Nazioni Unite Ghassan Salamè ha convocato a Ghadames per il 14-16 aprile.

Commenti

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  • Mario Donnini 6 Aprile 2019

    Miserevole, come l’azione politica dell’Unione europea affronta il colonialismo francese e cinese in Africa. Nello scontro fra i due leader e gli interessi stranieri e colonialisti che li sostengono, il popolo libico rischia di non avere voce in capitolo. Sarà Misurata l’ago della bilancia?