Lega-M5s, dopo il “caso Siri” e il “Salva Roma” lo scontro si sposta sui clandestini: e si litiga sui numeri

25 Apr 2019 10:51 - di Ginevra Sorrentino

Non c’è pace tra gli ulivi di Palazzo Chigi: caso Siri, “Salva Roma” e ora persino la questione “migranti”, irrompono ed esasperano clima e toni del già aspro confronto in atto tra Lega e M5S. E mentre la battaglia a colpi di botta e risposta si arena un po’ sulle stesse argomentazioni di parte per quel che concerne i primi due motivi del contendere appena elencati, sulla vertenza clandestini i pentastellati intervengono sostenendo una discrepanza rispetto a quanto sostenuto in un primo momento riguardo il dato sugli irregolari fornito dal ministro dell’Interno, Matteo Salvini che, al termine della riunione su sicurezza, terrorismo, estremismo islamico e immigrazione, che si è tenuta al Viminale, ha dichiarato: «Dal combinato dei dati degli ultimi 4 anni e mezzo emerge che in Italia si ha una clandestinità di 90.000 soggetti massimo essendo pessimisti», ha sostenuto il vicepremier, aggiungendo peraltro a stretto giro che, «il numero di irregolari che si stima siano presenti sul nostro territorio è molto più basso anche rispetto a quanto potessi presumere».

Dopo il “caso Siri” e il “Salva Roma” lo scontro tra M5S e Lega si aggiorna al tema dei clandestini

E così, di lì a poco, fonti M5S solerti evidentemente nel non perdere l’occasione di dibattere sul fronte della politica migratoria, hanno sottolineato: «Sorprendono le parole del ministro dell’Interno sui 90.000 irregolari in Italia, visto che fu proprio lui a scrivere nel contratto di governo il numero di 500.000 irregolari. Che tra l’altro è il numero reale, confermato da molte organizzazioni. Non capiamo il senso di dover anche smentire ciò che è riportato nel contratto di governo, forse perché sui rimpatri non è ancora stato fatto nulla?”»: e giù con l’ennesimo colpo sotto la cintura in un ring già fin troppo infuocato. E dunque, non ancora paghi, provvedono sempre con solerzia a citare le fonti, alias il contratto, dove si leggerebbe: «Ad oggi sarebbero circa 500.000 i migranti presenti sul nostro territorio e pertanto una seria politica dei rimpatri risulta indifferibile e prioritaria». Il terreno dello scontro è ben delineato ed è a questo punto che i grillini provano ad assestare il colpo finale, rilanciando su un tavolo a cui provano a dare le carte ma dove sembrano continuare a giocare in difesa, attaccando alla cieca.

Botta e risposta, ma la replica di Salvini invoca l’attendibilità della matematica e…

La replica di Salvini, però, non si fa attendere e citando fonti e aggiornamenti dal Viminale il ministro dell’Interno fa sapere di aver «chiesto il raffronto tra gli stranieri sbarcati in Italia dal 2015 ad oggi e le richieste di riammissione in Italia di stranieri arrivati in Italia ma adesso presenti in paesi europei che non siano il nostro. E dunque gli sbarchi sono stati 478.000 in questi quattro anni e spicci e le presenze certificate in paesi europei di migranti che chiedono all’Italia di essere riammessi sono 268.000 – aggiunge il vicepremier leghista, concludendo che – quindi ai dati dei seicentomila irregolari stimati fino a ieri, questi 268.000 non sono in Italia e vengono detratti dal monte totale, poi ne abbiamo riaccolti 32.000». E ancora, dichiara Salvini e, tra gli altri, riprende e rilancia il sito de la Repubblica: «Quelli che sono a oggi in accoglienza in Italia nei Centri di accoglienza temporanea, Cara, Hotspot, Sprar, al 18 aprile sono 119.000 a fronte dei 184.000 del 1 gennaio 2018, quindi siamo a un -65.000 presenze a carico dei cittadini italiani. Quindi fra quelli all’estero che sono 268.000, quelli alloggiati che sono 120.000, quelli di cui non si ha traccia sono circa 90.000», ha concluso il ministro dell’Interno azzerando polemiche e contestazioni. E se la matematica non è un’opinione chiunque tenti di confutarla prima o poi dovrà arrendesi alla veridicità di cifre, calcoli, riscontri e aggiornamenti a cui va lasciata l’ultima parola…

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