Lega-Cinquestelle, tutti i punti di scontro prima della resa dei conti

5 Apr 2019 15:10 - di Carlo Marini

Non è proprio una resa dei conti ma poco ci manca. Nella Lega c’è chi vorrebbe mollare M5s e governo. Come emerge da un “off record” carpito da Repubblica a Luigi Di Maio, «il problema non è Tria, il problema è la Lega: vuole prendersi tutto». E il vicepremier pentastellato arriva a paragonare Salvini agli odiati Berlusconi e Renzi.

«Alla fine di un pomeriggio passato a combattere per cercare di portare a casa quanto promesso ai risparmiatori truffati dalle banche – rivela Repubblica –  Luigi Di Maio si sfoga con i fedelissimi. Ed esplode contro gli alleati: “Sono loro che vogliono far fuori il ministro dell’Economia. E lo fanno solo per una questione di potere. Sono abbagliati dal potere”. Il vicepremier M5S è stremato. Era convinto che persuadere Giovanni Tria a firmare i decreti attuativi per risarcire le persone cui ha continuato a promettere, in tutti questi mesi, ‘i soldi arriveranno’, sarebbe stato semplice. Perché pensava che accanto, nella battaglia, avrebbe avuto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte il leader della Lega Matteo Salvini. A un certo punto però, durante la riunione di ieri, si è guardato attorno. E ha scoperto che non è affatto così».

L’alta tensione nel governo gialloverde è registrata anche dal Corriere della Sera. Francesco Verderami parla dei «timori del Carroccio», preoccupato in quanto «il conflitto permanente danneggia anche noi».

Lega-M5s: i tanti punti di scontro

La realtà è che ogni occasione è buona per far volare gli stracci tra Lega e pentastallati: dalla  Tav, all’autonomia del Nord, dalle trivelle alla Via della seta, dal  fisco alla castrazione chimica, dall’accoglienza dei migranti alle politiche sulla famiglia..Di Maio dice che la destra così destra di Salvini lo imbarazza, Giorgetti per conto del suo capitano butta lì una cosa da niente: sono preoccupato, qui volano dossier, ricatti e maldicenze. Un povero osservatore poco smaliziato sulle cose italiane direbbe ‘giù il sipario’. Il governo è un morto che cammina. Nessun patto tra gentiluomini può reggere a questo clima di sfiducia e intolleranza reciproca. Invece no, non succede nulla. Neppure i fantomatici mercati fuggono come spettatori davanti alla rissa. Tutto ancora si regge. Perché? Sceneggiata”.

Dopo le europee la resa dei conti Lega-M5s

Stefano Folli su Repubblica racconta una situazione al limite dell’esplosivo. «È opinione diffusa  che Tria non sarà più in carica dopo le elezioni europee, travolto dalle nuove esigenze della diarchia Lega-M5S. In realtà si tratta di una pagina tutta da scrivere. Quel che è certo, la campagna elettorale di qui a maggio sarà ricca di colpi bassi, tipica di una situazione in cui le risorse per puntellare il consenso sono sempre più scarse e quindi oggetto di aspri conflitti. Dopo le elezioni, si dovranno in primo luogo pesare i voti e stabilire i nuovi rapporti di forza tra Lega e Cinque Stelle. A dar retta agli indizi, avremo una Lega più forte e un Movimento più debole, forse molto più debole. E molti (non solo nel M5s) si chiedono: chi ce lo fa fare?

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