Lazio-Atalanta, due partite ad alto rischio all’Olimpico di Roma: viaggio nel mondo ultras

26 Apr 2019 15:02 - di Francesco Certo

In arrivo Lazio Atalanta. Due date da segnare con asterisco: 5 maggio e 15 maggio. Prima il campionato con la corsa Champions ancora da definire, poi la finale di Coppa Italia. Lo stadio Olimpico super sorvegliato per il concreto rischio incidenti collegato alla tradizionale rivalità tra le due tifoserie. La Questura  ha messo nel mirino il doppio appuntamento. Di sicuro  l’esodo di massa (20 mila tifosi da Bergamo attende il presidente dell’Atalanta Percassi) ci sarà per la finale di coppa Italia mentre ancora non sono arrivate indicazioni su eventuali limitazioni nella vendita dei biglietti ai tifosi bergamaschi per la gara di campionato del giorno 5.

Nel match di andata fu vietata la trasferta ai laziali

Alla base della decisione del Viminale la storica rivalità tra le due tifoserie “che – si leggeva nella determinazione del CASMS – in più occasioni ha condotto a tafferugli e scontri ed al concreto pericolo del riproporsi di tali situazioni di criticità, in ragione dei recenti segnali raccolti specie tra le frange biancocelesti”. Misure precauzionali adottate anche alla luce della segnalazione della Società Atalanta “inerente il tentativo di acquisito di titoli di accesso da parte di cittadini provenienti dall’estero”: il timore concreto nella circostanza era legato al rischio infiltrazione di tifosi gemellati dell’Eintracht, gia protagonisti di disordini e saccheggi nel centro di Roma prima e dopo la gara di Europa League disputata proprio contro la Lazio. E anche in occasione del match europeo di andata, a Francoforte, si registrarono tensioni tra ultras laziali e tedeschi, con i bergamaschi arrivati a dar manforte ai tifosi “amici”. Nell’occasione il tentato assalto a una ventina di tifosi laziali in un pub nei pressi della stazione di Francoforte non si consumò grazie alla non reazione dei laziali e alla presenza sul posto della polizia.

Lazio- Atalanta: odio storico

Accese rivalità da ricondurre a contrapposte ideologie politiche. Lo conferma il mondo ultras Lazio. Quello con l’ Atalanta è un odio storico. Si legge sul sito utraslazio.it in data 2 ottobre 2014. La rivalità con i bergamaschi, è una rivalità storica, da sempre infatti Lazio-Atalanta e Atalanta-Lazio, sono considerate partite a rischio, i laziali a Bergamo sono sempre accolti con cori ostili lanci di oggetti da parte degli scalmanati ultrà orobici. La rivalità nasce per motivi politici, la curva atalantina è da sempre una delle più politicizzate a sinistra, e non mancano frange leghiste e, quindi anti-romane. Nonostante l’odio, anche i bergamaschi, come i napoletani, si sono dimostrati tra i più sensibili dopo l’11 novembre 2007. Molti supporters orobici  infatti nel novembre 2017 si erano recati a Roma per commemorare insieme ai laziali il decimo anniversario della scomparsa di Gabriele Sandri, poi come detto e tornato il gelo.

Il mondo ultras atalantino

Racconta a Bergamonews lo storico esponente delle Brigate neroazzurre Roberto Filetti, detto Palmer. «Dagli sfottò agli scontri con le altre tifoserie il passo è stato piuttosto breve. Noi abbiamo iniziato ad affrontare gli avversari per proteggere Bergamo e i bergamaschi dagli attacchi che i rivali facevano una volta arrivati in trasferta nella nostra città. Se avevamo notizie di tifoserie che prima di entrare nello stadio rubavano le sciarpe ai ragazzini, minacciavano passanti o sfasciavano macchine e motorini, al termine della partita cercavamo di regolare i conti». Filetti racconta un aneddoto che in pochi ricordano. «Un tempo con gli ultrà della Roma c’era una forte, fortissima amicizia. Addirittura in occasione di Atalanta-Roma, alla fine degli anni ’70, diversi dei nostri hanno ospitato nelle proprie abitazioni i tifosi giallorossi.  Poi accadde che qualcuno ha pensato bene di rubare nelle nostre case, a Bergamo, e questo non è mai stato perdonato. Ancora oggi quel fatto è ricordato come uno dei più grandi tradimenti ed è stato questo a far nascere una delle nostre più grandi rivalità, quella con la Roma». Il “tradimento” dei romanisti e la rivalità politica con i laziali: ce ne sono di motivi per segnare in rosso le due date romane del 5 e del 15 maggio.

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