La morte di Bordin. Rampelli: duro colpo per il giornalismo. Sgarbi: ora fate vivere Radio radicale
Cordoglio del mondo politico e del giornalismo per la morte di Massimo Bordin, che Emma Bonino ha definito la voce di radio radicale familiare a tutti noi. La notizia è stata così commentata da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera: “La scomparsa di Massimo Bordin è un durissimo colpo per il giornalismo e per tutti quegli italiani che amavano la sua voce, le sue acute osservazioni e i suoi commenti durante la trasmissione Stampa e Regime di Radio Radicale. Massimo Bordin era la rassegna stampa per antonomasia. La sua perdita ci addolora profondamente. Un abbraccio ai familiari e a tutta la famiglia di Radio Radicale, duramente colpita prima dalla morte di Pannella, in questi giorni dalla minaccia di chiusura e oggi da questa terribile notizia”.
“Sono rimasta molto dispiaciuta – ha commentato Giorgia Meloni – nell’apprendere la notizia della morte di Massimo Bordin. Ho ascoltato per anni ogni mattina la sua rassegna stampa. Quasi mai parlava bene di noi, ma era quello che la faceva meglio, con quella sua voce roca che ti veniva voglia di chiamarlo per dirgli di smettere di fumare. Con lui se ne va un pezzo di storia della radiofonia e del giornalismo d’Italia”.
In molti, nel commentare la scomparsa di Bordin, sottolineano il ruolo svolto da Radio radicale. Lo fa Giovanni Minoli: ”Con Massimo Bordin se ne va un genio assoluto della comunicazione. La sua rassegna stampa, per onestà intellettuale, era l’unica che avesse un senso”. Sulla vicenda del mancato rinnovo della convenzione con Radio Radicale, annunciato dal sottosegretario grillino Vito Crimi, Minoli aggiunge: “Chiudere Radio Radicale è una vergogna ed è un segno di inciviltà”.
Bordin, ha detto Roberto Giachetti intervenendo in aula alla Camera, “ha voluto tenere riservata la sua malattia, ha lavorato fino all’ultimo giorno possibile. Era lì, anche se non ce la faceva più, e le ultime energie le ha spese per lavorare fino all’ultimo respiro per salvare Radio radicale”. “Mi rivolgo – ha concluso – non al governo, ma a tutti i deputati per fare in modo che almeno non ci lasci Radio radicale”.
Nel corso della breve commemorazione alla Camera è intervenuto anche Vittorio Sgarbi, deeutato del Gruppo Misto: “Faccio un po’ fatica ad ascoltare le parole del capogruppo del M5S, che ha dichiarato, attraverso il sottosegretario Crimi e il ministro Di Maio, ‘la nostra posizione è molto chiara: l’intenzione governo, mia e del ministro dello Sviluppo economico, è di non rinnovare la convenzione con Radio Radicale’. Per cui adesso si vergognino di piangere verso colui che lavorava alla radio che vogliono chiudere”. “C’è un limite all’indecenza. Piangono Bordin ma chiudono Radio radicale. Allora: o la riaprono e rinnegano le stupidaggini di Crimi e Di Maio; oppure non ha senso il loro pianto, verso uno che hanno umiliato. Tutto questo mentre ogni parlamentare del movimento versa, ogni mese 300 euro alla piattaforma Rousseau. Soldi di Stato che vengono dati a un privato. E’ una cosa che indigna, la scelta di Crimi e Di Maio è indegna”, ha concluso Sgarbi.