Il ministro Centinaio: «Ma quale 25 aprile, la sinistra se la canta e se la suona»
Nel 25 aprile spiega di crederci «eccome», ma chiarisce che non ha mai partecipato e continuerà a non partecipare alle celebrazioni perché «la festa è stata monopolizzata da una parte della politica». A parlare così è il ministro dell’Agricoltura Gian Marco Centinaio, per il quale «ormai il 25 aprile è diventato l’unico giorno dell’anno in cui una parte della politica italiana pensa di avere il diritto di parola e penso ai centri sociali e all’estrema sinistra».
«Credo nella festa, ma…»
«Io ci credo alla festa del 25 aprile, eccome, ma non ho mai partecipato alle celebrazioni, perché non posso permettere a certa gente di contestare e polemizzare. Ci credo assolutamente in questa festa ma, purtroppo, è stata monopolizzata da una parte della politica. Mi riferisco ai centri sociali e all’estrema sinistra…», ha detto Centinaio, ricordando che proprio per questo motivo «non ho mai partecipato alle celebrazioni del 25 aprile». «Io sono coerente: non l’ho fatto quando ero presidente di municipio a Pavia, non l’ho fatto da consigliere comunale, non l’ho fatto da vicesindaco della mia città, non l’ho fatto da senatore e non lo faccio da ministro», ha proseguito l’esponente leghista, non nascondendo il suo rammarico, ma sottolineando di non poter accettare la connotazione divisiva che ha preso la ricorrenza.
Il 25 aprile «se la cantano e se la suonano»
«Purtroppo le celebrazioni del 25 aprile sono diventate un momento in cui se tra i partecipanti c’è un esponente di centrodestra, diventa il bersaglio e viene fischiato, come sempre capita da 30 anni a questa parte», ha commentato, ricordando che «a Milano due anni fa hanno contestato la brigata ebraica, e ogni volta, in tutta Italia vengono fischiati sindaci e parlamentari di centrodestra». «A Pavia, quest’anno, hanno già annunciato che verrà contestato il rettore dell’Università durante il suo intervento, semplicemente perché ha avuto la disavventura di invitare il ministro Centinaio…», ha proseguito, spiegando che quindi, «per evitare polemiche preferisco non andare a nessuna iniziativa». «Non mi interessa consentire a certe persone di contestare. Se vogliono celebrare questa data, le celebrazioni se le facciano pure tra di loro, così se la cantano e se la suonano… Ormai – ha concluso Centinaio – il 25 aprile è diventato l’unico giorno dell’anno in cui una parte della politica italiana pensa di avere il diritto di parola e penso ai centri sociali e all’estrema sinistra».