I nuovi idoli del Primo Maggio. A Taranto sul palco Mimmo Lucano e Ilaria Cucchi
Testimonial d’eccezione Mimmo Lucano. Per il concerto del primo maggio la città di Taranto sceglie come ospite d’onore il sindaco di Riace sospeso, arrestato e rinviato a giudizio nell’inchiesta sulla gestione dei fondi per l’accoglienza dei migranti. Accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e affidamento fraudolento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti a due cooperative della zona, Lucano è diventato l’icona del buonismo militante e dell’accoglienza senza se e senza ma che la sinistra esibisce come un supercampione contro i presunti rischi di populismo e razzismo.
Accusato di essere il regista di un sistema illegale di gestione dei richiedenti asilo, il primo cittadino del capoluogo della Locride, sottoposto a divieto di dimora, insieme a Ilaria Cucchi, che in collegamento via skype racconterà gli anni spesi per difendere la memoria del fratello Stefano, e al ritorno in grande stile di Vinicio Campossela, rappresenta la novità più ghiotta della sesta edizione di Uno Maggio Taranto Libero e Pensante, la manifestazione organizzata dal Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti, la rete di operai e cittadini che si è formata in seguito ael sequestro degli impianti dell’Ilva nel 2012. La kermesse si conferma una vetrina rossa per tutti le icone del progressismo militante. La comparsata di Lucano, idolo della sinistra che accoglie con ogni mezzo gli immigrati che sbarcano in Italia e lo spot al suo “modello di accoglienza” sono una chiara scelta di campo, un manifesto programmatico del Primo maggio tarantino dal titolo evocativo “Chi pensa di averci in pugno sappia che i pugni abbiamo appena cominciato a stringerli”.
Non solo musica. Non solo Lucano, l’antidoto al presunto razzismo salviniano che ha definito barbarico il decreto sicurezza. Sul palco del Parco Archeologico delle Mura Greche oltre ai numero uno della canzone italiana, Max Gazzè, Elio, Malika Ayane, saliranno anche quest’anno i rappresentanti dei No Tav e i No Tap, accompagnati dal sindaco di Melendugno Marco Potì. Tra gli ospiti non a caso anche il vignettista de il Manifesto e di Left Mauro Biani, in prima fila a bacchettare non solo i politici ma anche lo Stato «con le sue leggi che mortificano l’umanità dei più deboli».