Governo in bilico, Di Maio a Salvini: «Smentisci di aver detto “comando io”»

1 Apr 2019 12:16 - di Valerio Falerni

Tutto torna utile, nel gioco del cerino, per non bruciarsi le dita. Persino il titolo di Repubblica che attribuiva a Salvini un perentorio «qui comando io» è stato colto al volo da Di Maio per pretendere una smentita dall’alleato. È l’ennesimo indizio di una crisi che appare destinata ad acuirsi se è vero, com’è vero, che l’avvicinarsi delle “europee” di fine maggio e le rispettive esigenze elettorali condurranno fatalmente M5S e Lega a divaricare ancor di più i loro già incrinati rapporti. È presto per dire se il voto per l’Europarlamento ha già in grembo una vera e propria crisi di governo, ma è un fatto che le polemiche quotidiane all’interno della coalizione giallo-verde lasciano intravedere più di una difficoltà a rimettere insieme i cocci della maggioranza.

La frase attribuita a Salvini da Repubblica

Anzi tutto lascia supporre che non sia in discussione il “se”, ma solo il “quando”, il “come” e soprattutto il “chi”. Ed è qui che entra in ballo il gioco del cerino. Né Salvini né Di Maio vogliono lasciarselo bruciare tra le dita. E questo spiega perché fughe in avanti e propositi bellicosi siano presto seguite da precipitose retromarce e messaggi di pace. Entrambi sanno che chi fa cadere il governo paga pegno alle elezioni. Ma sanno anche la crisi economica torna a bussare, che nel 2019 l’Italia è a crescita zero, che si fa sempre più strada la necessità di una manovra correttiva mentre sullo sfondo si staglia minacciosa l’impennata dell’Iva, posta dall’attuale governo a garanzia del deficit in eccesso con cui ha finanziato reddito di cittadinanza e quota 100. Secondo alcuni calcoli, la prossima finanziaria dovrebbe aggirarsi sui 30 miliardi di euro. Una vera iattura che però dà credito a chi sostiene che Di Maio e soprattutto Salvini siano tentati dal voto anticipato come exit strategy per non intestarsi una manovra “lacrime e sangue”. Ma nessuno ne vuole essere la causa.

Tra i due è in atto il “gioco del cerino”

E questo spiega le parole agrodolci con cui Di Maio ha commentato le parole attribuite da Repubblica a Salvini: «Io credo – ha detto – che il governo debba andare avanti. L’unica cosa che non condivido e spero che non sia vero questa frase di Salvini che leggo su Repubblica: “Qui comando io”. Io voglio dire una cosa chiara: qui comandano gli italiani e abbiamo sempre detto che governeremo questo paese con umiltà e al servizio degli italiani. Se fosse vera quella frase – ha concluso Di Maio -, sarebbe grave, perché uomini soli al governo li abbiamo già avuti con Renzi, con Berlusconi. Ne abbiamo avuti abbastanza e hanno fatto danni».

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