Ghera (FdI): “Riporterò la lingua italiana in Europa per valorizzare il made in Italy culturale”

27 Apr 2019 19:01 - di Redazione

Riportare l’italiano agli italiani in Europa “per valorizzare la nostra lingua, recuperare, promuovere e difendere la nostra identità linguistica, garantendo in modo capillare che i documenti europei oltre che in inglese e francese siano disponibili sempre anche in italiano”. Una promessa che, racconta all’Adnkronos Fabrizio Ghera, consigliere regionale Fdi, candidato alle Europee, è pensata per valorizzare il made in Italy culturale italiano ed infrangere le barriere garantendo l’accesso alle informazioni Ue a tutti, conoscitori e non delle lingue straniere. Con queste parole Ghera, dopo anni di impegno politico attivo, radicato sul territorio laziale e romano, intende contraddistinguersi ancora come “cinghia di collegamento tra società civile ed istituzioni”. “Appartengo alla destra romana unica forza storicamente presente e fortemente radicata nella Capitale e nel Lazio – afferma con orgoglio il capogruppo Fdi in Regione – Dalle zone più emarginate, come la Collatina, bruciata tra i roghi tossici” nonostante i proclami leghisti che “promettendo ruspe si presentarono in quei quartieri, ma poi non fecero gli interventi promessi”. Nessun miglioramento, prosegue, si è visto per i cittadini di quei quadranti “per colpa dell’alleanza innaturale con i 5 stelle che frena le azioni del Governo. Di un Pd che ha preso Roma come mucca da mungere. Delle grandeur di Rutellli e Veltroni e degli errori di Marino, cacciato dal suo stesso partito”. Ghera, che vanta con un passato da consigliere comunale e assessore in Campidoglio, intende portare al Parlamento europeo “alcune delle nostre storiche battaglie, che ci hanno visto protagonisti nella Capitale e poi in Regione Lazio. Oggi – afferma – c’è bisogno di chi porti la concretezza dell’Italia nell’Ue, di chi conosce i problemi della gente nella quotidianità, di chi contribuisce all’opposizione non solo con i no e basta. Di chi non vada supino in Europa a chiedere l’elemosina ma che rappresenti il Bel Paese, gli agricoltori, il made in Italy e garantisca a tutti accesso ai fondi”. Un europeismo che diversamente dalla “sinistra internazionalista, valorizzi la sovranità delle nazioni, nei loro usi, costumi e linguaggi”.

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