Foibe, stop ai convegni negazionisti. E l’Anpi ha una crisi di nervi: “Vogliono imbavagliarci”

1 Apr 2019 16:21 - di Augusta Cesari
Le Foibe di Basovizza

L’Anpi va fuori di testa dopo lo stop a ogni contributo epatrocinio a beneficio di soggetti pubblici e privati che, direttamente o indirettamente, negano o sminuiscano  il dramma delle Foibe e dell’Esodo giuliano- dalmata. La proposta approvata dalla Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia, proposta dal centrodestra e approvata all’unanimità scatena le ire dei partigiani. Che rispondono: «La mozione del Consiglio regionale del Friuli-Venezia Giulia di accusa all’Anpi e all’Istituto regionale per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea del Friuli-Venezia Giulia di riduzionismo o addirittura negazionismo sul dramma delle foibe e dell’esodo, rappresenta una inaccettabile censura perché nega libertà e legittimità alla ricerca storica in base ad un pregiudizio di ordine politico e ideologico». A denunciarlo, in una nota, è la segreteria nazionale dell’Anpi.

Foibe, i convegni negazionisti dell’ampi

E’ grottesco che a parlare di pregiudizio ideologico  o di censura sia proprio l’Anpi.  In occasione delle celebrazioni del Giorno del Ricordo sono stati organizzati diversi convegni in alcune parti d’Italia, anche a cura dell’Associazione nazionale partigiani d’Italia (ad esempio la sezione di Parma), «che hanno avuto il solo fine di mettere in discussione il dramma delle foibe e delle drammatiche vicende correlate con proiezioni di video dal titolo “La Foiba di Basovizza: un falso storico”, “Norma Cossetto: un caso tutt’altro che chiaro”, firmati da chi in passato ha ricevuto contributi regionali per decine di migliaia di euro», si legge nel documento approvato. E hanno il coraggio di parlare di censura?

Foibe, l’Anpi contrattacca

L’Anpi insiste.  «È gravemente faziosa la mozione perché assume l’opinione degli estensori come inconfutabile verità, mentre in particolare in questa regione occorrerebbe bandire qualsiasi uso politico della storia e approfondire la conoscenza e il confronto su basi scientifiche. È un atto di irresponsabilità – strilla l’Anpi – perché, strumentalizzando il terribile dramma delle foibe, fomenta un clima di odio e di rivincita e riapre tensioni del passato con i Paesi confinanti, in particolare Slovenia e Croazia. Si permette di delegittimare l’Anpi e l’Istituto regionale per la storia della Resistenza, rivelando così un intollerabile spirito di vendetta non solo verso questi istituti al servizio della Repubblica, ma specialmente verso la Resistenza». Sentire l’Anpi accusare altri di uso politico della storia sarebbe cosa comica, se non fosse riferita a un capitolo tragico di storia come quello delle foibe. L’Anpi pretende di possedere le chiavi della verità, di usare alla sua maniera e per sempre quelle che De Felice definiva le “vulgate”. E vede – soprattutto – chiudere i “rubinetti” da parte della Regione alle sue innumerevoli iniziative di parte e negazioniste.

I gendarmi della memoria

Ma la prosopopea è dura a morire. Concludono i gendarmi della memoria: «L’Anpi non si farà certo intimidire da questi grotteschi tentativi di sanzionare chi da settant’anni custodisce la memoria della Resistenza e difende la Costituzione; nello stesso tempo l’Anpi denuncia il disegno oscurantista e autoritario che sta prendendo piede nel nostro Paese e di cui questa mozione è una prova gravissima e lampante».

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Luciano 4 Aprile 2019

    Domandiamoci, oggi cosa è l’ANPI? non è certamente l’organizzazione che è nata all’indomani della fine del conflitto mondiale ove anche i gruppi non comunisti, di ispirazione cristiana, democratica e liberale avevano un certo peso e una voce in capitolo. Sono passati tanti anni e i gruppi partigiani di ispirazione cristiana, democratica e liberale hanno fatto pace con i componenti dei raggruppamenti dell’allora RSI. I comunisti bolscevichi vera piaga della società italiana, con la complicità della magistratura e di alcune correnti dell’ex DC (cattocomunisti) pretendono di essere gli unici e infallibili portatori della verità e si arrabbiano quando trovano menti libere, pensanti e istruite che contrastano con il loro pensiero unico ed è questo il motivo che li fa imbestialire. Bravo Massimiliano Fedriga e la giunta del Friuli Venezia Giulia con la loro delibera nei confronti dei negazionisti del genocidio perpetrato dai comunisti croati e sloveni, i quali ora che nei loro paesi si è instaurata la democrazia hanno ammesso le atrocità delle canaglie comuniste.

  • il patriota 2 Aprile 2019

    Credo che il timore più grande, per gli scampoli rimasti dei vecchi partigiani, sia quello di non avere più i soldi pubblici per dare qualche stipendio a comunisti ed affini, per farli campare a spese di chi paga le tasse.

  • Fabrizio 2 Aprile 2019

    L’Anpi cos’è?

  • Alberto Lazzari 2 Aprile 2019

    Di norma un’associazione che non ha più effettivi (quelli veri )dovrebbe essere sciolta…….già ma 100.000 E. Anno fanno comodo………

  • Giuseppe Tolu 2 Aprile 2019

    Certo, per le pu*****te che raccontate in giro ci sarebbe da tagliarvi la ling*a, altro che imbavagliarvi. O vi siete dimenticati del famoso triangolo dell’Emilia Romagna?