Erdogan perde Ankara e Istanbul ma non ci sta e contesta i risultati: minacce ai sindaci
Il “sultano” Erdogan perde le elezioni amministrative in molti comuni, tra cui la capitale Ankara e la “sua” Istanbul ma non ci vuole stare: “Abbiamo individuato voti nulli e irregolarità in molti dei 12.158 seggi ad Ankara”. Lo scrive infatti su Twitter Fatih Sahin, segretario generale del partito Akp del presidente turco Recep Tayyip Erdogan all’indomani delle elezioni amministrative in Turchia. “Faremo valere i nostri diritti e non consentiremo venga alterata la volontà dei nostri cittadini ad Ankara”, ha aggiunto. Non solo: il partito del presidente turco, l’Akp, ha deciso di contestare anche i risultati delle elezioni di tutti e 39 i distretti di Istanbul. Lo scrive il quotidiano Hurriyet, mentre il candidato del Chp Ekrem Imamoglu ha rivendicato la vittoria sull’ex premier dell’Akp Binali Yildirim. In ogni caso, nelle elezioni municipali che si sono svolte domenica in Turchia il presidente Erdogan ha subito la maggiore sconfitta politica dei suoi 16 anni al potere. Se è vero che il partito di governo, l’Akp, può vantare maggiori consensi a livello nazionale, è altrettanto vero che perde nella capitale, Ankara, e a Istanbul, cuore economico e città più popolata della Turchia. Gli elettori hanno punito il partito di Erdogan anche nella città industriale di Adana e nel polo turistico di Antalya. ”La perdita significativa di voti nelle città mentre si registra una crisi economica in Turchia ha ucciso l’innvincibilità di Erdogan”, ha detto alla Dpa Wolfango Piccoli, co-presidente di Teneo Intelligence a Londra. Le elezioni municipali sono state viste come un referendum sulle politiche di Erdogan dalle parlamentari e presidenziali di giugno, quando aveva promesso una ”nuova Turchia” e aveva aumentato i poteri del presidente. Resta da chiedersi se i sindaci dell’opposizione possano convivere con il governo centrale. “Erdogan ha già avvertito che chi non è in armonia con Ankara domani dichiarerà bancarotta”’, ha detto Piccoli. Nonostante questo, il portavoce del presidente turco, Ibrahim Kalin, ha parlato di ”vittoria schiacciante” dell’Akp alle elezioni amministrative di domenica. Chi parla di ”inizio della fine di Erdogan”, ha detto, parla solo dei ”proprio desideri, senza analizzare i fatti”. Su Twitter, Kalin ha scritto che ”ancora una volta c’è chi sta parlando di inizio della fine di Erdogan e della sua storia. Non impareranno mai. L’Akp ha vinto il 44,3 per cento dei voti e la coalizione ha vinto il 51,6 per cento. Smettetela di presentare i vostri desideri come fatti e analisi”.
Erdogan non ammorbidirà il suo giro di vite
Secondo alcune fonti diplomatiche in Turchia, è improbabile che Erdogan, alla luce del voto, possa rivedere la linea politica adottata dopo il golpe del luglio 2016. L’economia turca sta vivendo una fase difficile. L’ultimo trimestre del 2018 si è chiuso in recessione (-2,4% del Pil), la Lira turca è sotto pressione e ha perso terreno nei confronti dell’Euro e del Dollaro, l’inflazione supera il 19% e la disoccupazione è sopra il 13%. Tutti fattori che hanno pesato sul voto di domenica, concordano gli osservatori. “Da un lato la coalizione di governo è rimasta maggioritaria con più del 51% dei voti, dall’altro in alcune delle principali città, in larga parte della fascia costiera e nella capitale, hanno prevalso, sulla base dei conteggi finora fatti e non ancora certificati dalla Commissione Elettorale, candidati dell’opposizione”, affermano ancora. Secondo le fonti, è improbabile che l’esito delle amministrative apra una fase di instabilità politica nel Paese perché “sono state elezioni locali e quindi non hanno un impatto diretto sul governo del Paese” e la “prima reazione” di Erdogan è stata sottolineare che le prossime consultazioni si terranno tra quattro anni e mezzo quando scadrà il suo mandato. “Tra l’altro nel governo c’è una figura presidenziale molto forte e con poteri, al seguito della modifica della costituzione confermata con un referendum, molto significativi”, proseguono. Le fonti escludono anche che Erdogan possa ammorbidire la pressione sull’opposizione e sulla stampa, diventata fortissima dopo il fallito colpo di Stato. “Non mi sembra che emerga questo dalle prime reazioni, che hanno evidenziato il fatto che la maggioranza di governo è risultata maggioritaria anche in questo voto municipale”, dichiarano. Le fonti ritengono invece “probabile una riflessione interna al partito (l’Akp, ndr), che tuttavia non necessariamente si rifletterà sugli equilibri di potere. Tra l’altro la distanza dalle prossime scadenze elettorali è piuttosto grande – concludono – e al momento sembra che il governo abbia già dichiarato che intende concentrarsi sulle riforme, che ovviamente tutti quanti auspicano, in modo da risolvere la situazione economica e portare il Paese, come accaduto fino a un anno e mezzo fa, sulla strada della crescita. I potenziali ci sono, bisognerà vedere ciò che verrà attuato”.
Scommettiamo che al riconteggio prenderà il triplo dei voti?