Emiliano, la Procura chiede una proroga di sei mesi per le indagini

11 Apr 2019 15:55 - di Redazione

Altri sei mesi di indagini. È quanto notificato nel palazzo presidenziale della Regione Puglia dalla Guardia di Finanza, su richiesta della Procura di Bari. Una proroga delle indagini, per accertare se, come sostenuto dai magistrati, quelle fatture pagate da due imprenditori baresi alla società di comunicazione che ha curato la campagna elettorale di Michele Emiliano per le primarie del 30 aprile 2017, siano lecite e regolari. E, soprattutto, per capire i legami tra gli imprenditori e la Regione.

Le due aziende sono la Ladisa srl e la Margherita srl, rispettivamente di Vito Ladisa e Giacomo Pietro Paolo Mescia. La finanza sta accertando – e per questo ha acquisito non solo le chat e le mail di Emiliano e del suo Capo di Gabinetto Stefanazzi, entrambi indagati ma anche documenti, determine e delibere  – se esistano finanziamenti, contributi, gare di appalto, in favore delle due società. In più si cerca anche traccia nelle scritture contabili della fattura da 59 mila euro emessa nell’ottobre 2017 dall’agenzia torinese Eggers 2.0 il cui titolare Pietro Dotti è indagato.

Emiliano: «Piena collaborazione»

Emiliano, dopo aver denunciato la fonte che con due giorni di anticipo lo aveva informato dell’inchiesta, ha dichiarato di avere «fornito piena collaborazione al fine di consentire l’acquisizione di tutti gli elementi utili, nella convinzione di avere operato con assoluta correttezza e rispetto delle leggi».  Oltre al presidente Emiliano sono indagati il suo capo di gabinetto, Claudio Michele Stefanazzi, gli imprenditori Giacomo Pietro Paolo Mescia, Vito Ladisa e Pietro Dotti.

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