E’ Daniele Leodori il nuovo uomo forte del Lazio. Cinico risiko di poltrone
Traslochi in corso alla regione Lazio. Da ora in avanti chi dovrà interloquire con l’ente, farà bene a fermarsi al primo piano di via Cristoforo Colombo, dove stazionerà Daniele Leodori, che si è dimesso stamane da presidente del Consiglio regionale.
Sarà lui a dare le carte, visto il gran daffare che Zingaretti ha alla segreteria del Pd per le europee. Tra i candidati per Strasburgo c’è Massimiliano Smeriglio, che del governatore era il vice e che lascerà il proprio posto esattamente a Leodori. Quest’ultimo sarà sostituito alla Pisana da Mauro Buschini – se il consiglio regionale lo voterà, magari con una manina a Cinque stelle – e diventerà così l’uomo forte nel Lazio.
Un recordman di preferenze
Alla regione Zingaretti si vede pochissimo e molti sono i mugugni. In fondo ha vinto le elezioni ma trascura l’istituzione che dovrebbe governare. Finora lo aveva fatto tramite Smeriglio, che non era stato candidato neanche al consiglio regionale. Ora, almeno, alla gestione presidenziale ci potrà pensare un recordman di preferenze. In bocca al lupo anche da avversari politici, pur restando basiti dal comportamento del presidente eletto, che in pratica fa come gli pare, con un cinico risiko di poltrone.
Candidatura bellicosa di Smeriglio in Europa
Smeriglio si candida al Parlamento europeo con propositi bellicosi e certo non ce ne meravigliamo noi che lo conosciamo bene. Oggi è arrivato a dire: “Voglio piantare una bandiera contro razzisti, nazionalisti, maschilisti, le famiglie di Verona, contro quelli che vogliono sfasciare l’Ue”. Modello Cirinnà, insomma, alla faccia dei diritti sociali ormai dimenticati da una sinistra incapsulata dentro un’Europa ostile. E’ il nuovo corso di Zingaretti, che non a caso proprio a Smeriglio ha chiesto di scendere in lista. Un po’ per liberarsene, dicono i maligni in regione, ma molto per far capire a quale politica si ispira. Meno famiglie, più immigrati, addio sovranità nazionale. Niente male come viatico per l’autodistruzione del Pd…