Di Maio s’inventa il 25 aprile abortista e antimedievale. Ma il fascismo non riesce a nominarlo…

23 Apr 2019 15:17 - di Vittoria Belmonte

Con un post appositamente studiato per creare polemica, Luigi Di Maio irrompe nella polemica sul 25 aprile e, su Facebook,  replica a distanza alla Lega e a Matteo Salvini, ergendosi a difensore della Festa della Liberazione.

Il post è tutto un programma. Eccolo: “Leggo che qualcuno oggi arriva persino a negare il 25 aprile, il giorno della Liberazione. Lo trovo grave. Non è alzando le spalle e sbuffando che questo Paese cresce. Al contrario, cresciamo se diamo forza a certi valori, alla nostra storia. Perché col menefreghismo non si va da nessuna parte. E poi, concedetemelo, è curioso che coloro che oggi negano il 25 aprile siano gli stessi che però hanno aderito al congresso di Verona, passeggiando mano per la mano con gli antiabortisti. Per carità, ognuno la vede come vuole. Il pensiero è libero. Ma io, sia chiaro, voglio anche un’Italia libera, di guardare avanti innanzitutto. Il ripristino della leva obbligatoria, la contestazione della 194, gli attacchi alle donne, il ritorno al Medioevo non fanno parte dei valori del MoVimento 5 Stelle. Il 25 aprile è una festa nazionale della Repubblica Italiana. Non è questione di destra o di sinistra, come sento dire, ma di credere in questo Paese. Di credere nell’Italia e di rispettarla. E chi come me ci crede, il 25 aprile lo ricorda!“.

Dunque Luigi Di Maio non fa alcun riferimento al valore dell’antifascismo come pilastro del suo M5S (non può farlo, altrimenti dovrebbe rinnegare all’istante l’alleanza con Salvini) ma infarcisce il 25 aprile di nuovi significati, desunti dalle ultime polemiche politiche che hanno contrapposto leghisti e pentastellati. Dunque ritira fuori il congresso di Verona, col suo contorno di valori presuntamente medievali, che sarebbero quelli di chi nega il 25 aprile mentre quella giornata sarebbe la festa di chi guarda al futuro (ricordiamo che trattasi di una data che ci inchioda agli odi della guerra civile di 74 anni fa!). Ancora, chi festeggia il 25 aprile sarebbe per l’aborto e per i diritti delle donne, mentre chi non lo fa evidentemente vuole opprimere le donne e vuole la leva obbligatoria…

Curiosa questa polemica sul 25 aprile che arriva  a negare il fondamento stesso della Festa (fascismo-antifascismo) per gettare fumo negli occhi di una guerricciola  tra alleati che non si decidono a rompere. Se il 25 aprile è così importante e dirimente, Di Maio abbia il coraggio dello strappo. Se no, le sue sono solo inutili parole, sgradite sia a chi considera il 25 aprile una festa divisiva sia a chi intende celebrarlo.

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