Così il comunista Ortega ha portato il Nicaragua all’emergenza umanitaria: 60mila in fuga

17 Apr 2019 14:05 - di Giovanni Trotta

Il chavista Daniel Ortega ha condotto il Paese di cui è presidente alla rovina totale. A un anno dall’inizio della crisi politica e sociale che ha colpito il Nicaragua, sarebbero 62.000 le persone fuggite nei Paesi confinanti, e la stragrande maggioranza di queste, circa 55.500 persone, cerca rifugio in Costa Rica. Lo rifende noto l’Unhcr, spiegando che molti, in un flusso che perlopiù è costituito da rifugiati, hanno dovuto attraversare le frontiere irregolarmente per evitare di essere scoperti, spesso camminando per ore lungo terreni accidentati ed esposti alla forte calura, all’umidità e al rischio di contrarre la malaria. Inizialmente il flusso era costituito principalmente da adulti, ma ora fuggono oltre confine anche famiglie, a volte con figli piccoli. Secondo l’Autorità per le Migrazioni della Costa Rica, a marzo 2019 erano circa 29.500 i nicaraguensi che avevano formalmente presentato domanda d’asilo. Ma con le strutture di accoglienza messe a dura prova, ve ne sono altri 26.000 in attesa di vedere le proprie domande formalizzate. Fra i richiedenti asilo vi sono studenti, ex funzionari pubblici, esponenti politici di opposizione, giornalisti, medici, attivisti per i diritti umani e agricoltori. In numeri significativi necessitano di cure mediche, supporto psicosociale, alloggio e assistenza alimentare. Sia l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani (Ohchr) sia la Commissione Interamericana dei Diritti Umani (Iachr) hanno espresso preoccupazione per l’aggravarsi della situazione in Nicaragua a partire da aprile 2018, denunciando gravi violazioni dei diritti umani perpetrate nei confronti di quanti hanno preso parte alle proteste contro il governo e di quanti li hanno sostenuti. L’Unhcr, l’Agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati, elogia gli sforzi compiuti dalla Costa Rica per facilitare alle persone in fuga l’ingresso sul proprio territorio e l’accesso alla procedura d’asilo. Tali sforzi sono ancora più ammirevoli considerata la pressione notevole a cui sono soggetti il sistema d’asilo e le comunità locali. L’accesso all’istruzione primaria è garantito a tutti i bambini in Costa Rica, indipendentemente dal loro status giuridico: l’Unhcr ha sostenuto le scuole primarie situate lungo il confine settentrionale che hanno accolto alunni nicaraguensi, mettendo a disposizione banchi, sedie e articoli di cancelleria. Senza una soluzione politica alla crisi in Nicaragua, è probabile che le persone continueranno a fuggire.

Come è noto, Daniel Ortega governo il Nicaragua con la propria famiglia, è accusato da più parti di avere cointeressi coi narcotrafficanti, e alle ultime elezioni presidenziali non ha fatto entrare osservatori nazionali e internazionali. Le ultime elezioni, quelle del 2016, sono state definite una farsa dalle opposizioni e sono state caratterizzate da un altissimo astensionismo  anche per i boicottaggio di diversi partiti. La moglie di Ortega è il vicepresidente del Paese e il figlio ricipre incarichi di grande responsabilità. Ortega si è sottratto a una importante inchiesta penale ricorrendo all’immunità parlamentare.

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