Colorante a rischio in caramelle e bibite: la Francia dichiara guerra all’E71. Provoca il cancro?
La Francia potrebbe dichiarare guerra all’E171, biossido di titanio, colorante alimentare presente in molti prodotti, dalle bibite alle caramelle. Ma anche additivo contenuto in gran parte dei cosmetici e dei prodotti per la cura personale. La tesi che si tratti di una sostanza cancerogena – alla fine di una lunga vicenda giocata oltralpe anche in Parlamento – ha portato associazioni di consumatori francesi a chiedere all’inizio dell’anno l’intervento del ministro dell’Economia con delega sui consumi, Bruno Le Maire. Dopo un confronto serrato, il ministro aveva preso l’impegno a un decreto di sospensione dell’additivo. Provvedimento per il quale sarebbe stato necessario secondo il ministro, per avere una base scientifica e giuridica, un report scientifico di approfondimento richiesto dall’Agenzia nazionale per la sicurezza sanitaria dell’alimentazione (Anses). Ora il documento è in arrivo sul tavolo di Le Maire, secondo la stampa francese.
L’E171 è ammesso nell’Unione europea e, di conseguenza, in tutti gli Stati che la compongono. “Gli additivi, così come gli alimenti, sono materia comunitaria – spiega all’AdnKronos Salute Marco Silano, responsabile dell’Unità operativa alimentazione, nutrizione e salute dell’Istituto superiore di sanità – Uno Stato membro non può decidere se vietare un prodotto e se lo fa non può imporre il divieto alla sua industria”. La sicurezza di alimenti e additivi “è garantita da norme precise – continua l’esperto – e se un prodotto è permesso vuol dire che, al livello di esposizione a cui è sottoposto il consumatore, non ha effetti tossici né a breve né a medio né a lungo termine. Tutti gli alimenti ammessi, inoltre, sono sottoposti a continui studi perché con il migliorare delle tecnologie migliora anche la capacità di valutare gli effetti tossici. Si può essere certi quindi – conclude Silano – che una volta approvato il prodotto non viene certo abbandonato sul profilo della sicurezza. Eventuali nuovi dati scientifici porterebbero a una rivalutazione”.