Tornano papà e mamma nelle carte d’identità. Archiviata la stagione dei genitori “1 e 2” targata “sinistra”
Sulle carte d’identità dei minori tornano “madre” e “padre”. Saltano quei generici “genitore 1” e “genitore 2” tanto voluti dalla sinistra per non scontentare la comunità Lgbt. Scelte dettate dai precetti del politicamente corretto che intendevano mettere in discussione la figura del padre e della madre che nella società hanno un valore fondante e certamente non divisivo.
Carte d’identità, la svolta
Ora la svolta. È in Gazzetta Ufficiale il provvedimento che prevede la dicitura “madre” e “padre” per la carta di identità dei minorenni anziché “genitori”. Il decreto, firmato dal ministero dell’Interno, da quello della Pubblica Amministrazione e da quello dell’Economia, porta la data del 31 gennaio 2019. Il provvedimento modifica il testo del decreto del 23 dicembre 2015, con il quale si introduceva la dicitura “genitori”. La nuova norma prevede la sostituzione del termine “genitori” con “padre” e “madre” ogni qual volta si presenta nel decreto che predispone le “modalità tecniche di emissione della carta d’identità elettronica”.
La battaglia del centrodestra
La battaglia contro la dicitura burocratica “genitore 1” e “genitore 2 ” è stata portata avanti per anni dal centrodestra. Matteo Salvini da ministro dell’Interno si è speso in prima persona per rimettere a posto le cose. Già nell’agosto dello scorso, infatti, aveva annunciato di aver cambiato i moduli per le richieste di documenti. Poi, nei mesi successivi, aveva cercato l’accordo con gli altri ministeri di competenza. Contro il ripristino delle vecchie diciture, però, si era schierato il Garante della Privacy, secondo cui si sarebbero potuti creare effetti discriminatori per i bimbi delle coppie gay,soprattutto per quelli per cui è stata riconosciuta l’adozione o l’atto di nascita fatto all’estero. «Noi andiamo avanti, non esiste privacy che neghi il diritto a un bambino di avere una mamma e un papà», aveva detto allora Salvini.