Carabiniere ucciso, Meloni: «Che il bastardo assassino passi il resto dei suoi giorni in carcere»
L’uccisione a sangue freddo maresciallo dei carabinieri Vincenzo Carlo Di Gennaro
ne foggiano stamane in pueno centro è un pugno nello stomaco. Un Far West inaccettabile. Con la consueta sensibilità Giorgia Meloni, pur impegnata a Torino con l’apertura della convention programmatica di FdI, non ha potuto non commentare con rabbia e dolore la morte di un servitore dello stato che stava facendo il suo dovere. «Ucciso un maresciallo dei Carabinieri a Foggia durante una sparatoria -scrive sui social la Meloni- . La mia solidarietà alla famiglia e all’intera Arma dei Carabinieri. Che il bastardo assassino passi il resto dei suoi giorni in carcere». E, rivolta a Vincenzo Carlo lo hasalutato col cuore: « L’Italia ti ringrazia per aver onorato la tua divisa fino all’ultimo. Grazie Vincenzo, buon viaggio».
Il killer aveva dei precedenti
L’assassino è un uomo di 66 anni con precedenti per reati legati alle sostanze stupefacenti. Secondo una ricostruzione, più dettagliata, l’uomo è stato fermato per un controllo stradale (inizialmente si era anche diffusa la notizia di un intervento della pattuglia a seguito di una segnalazione per lite in famiglia). Per evitare il controllo, ha estratto una pistola e ha fatto fuoco colpendo entrambi i Carabinieri a distanza piuttosto ravvicinata. E’ stato bloccato da altri Carabinieri mentre tentava la fuga ed immobilizzato per poi essere condotto in caserma dai militari della Stazione di Cagnano Varano e della Compagnia di Vico del Gargano. L’altro carabiniere ferito è in condizioni che non destano preoccupazione, è stato colpito ad un braccio.
Lo sgomento dei colleghi carabinieri
Il messaggio dei suoi colleghi, sgomenti, è da brividi: «Una vita umana vale il mondo intero. E così il maresciallo maggiore Vincenzo Carlo Di Gennaro, 46 anni, morendo in servizio nella piazza di Cagnano Varano (FG), il paese dove lavorava presso la locale Stazione Carabinieri, è un mondo che scompare» Lo scrive l’Arma dei carabinieri in un post su Facebook: «Il maresciallo -spiega l’Arma sul social- era celibe e non lascia figli, diranno le prime note di agenzia. Ma tutti noi ne siamo orfani. I familiari, gli amici, i colleghi. Chiunque abbia a cuore la giustizia e conosca il valore della vita. Arrivederci nel cielo, Vincenzo Carlo. Il viaggio ti sia lieve».
Chi uccide un militare o un poliziotto o comunque un esponente delle forse dell’ordine va giudicato con il codice militare e ucciso. Punto e basta. Senza se, senza ma, senza tentennamenti, processi e altre stronzate giudiziarie.