Bimbo di 2 anni morto strangolato dalla mamma: orrore a Frosinone

18 Apr 2019 9:04 - di Redazione

Un orrore. Il piccolo Antonio Gabriel Faroleto è stato ucciso. Un capriccio, quello di poter tornare a casa dalla nonna, e un pianto avrebbero fatto scattare qualcosa nella giovane mamma del bimbo, al quale  avrebbe chiuso la bocca e stretto il collo fino a soffocarlo. Poi ha cercato di sviare gli investigatori sostenendo che il figlio era stato investito da un’auto pirata.

Un gesto atroce, una mamma assassina e una morte inacettabile. La donna  ha soffocato il piccolo stringendogli il collo e chiudendogli la bocca, causandone la morte per asfissia. Per questo ora la donna, residente a Piedimonte San Germano (Frosinone ), è stata arrestata a Cassino dai carabinieri coadiuvati dal reparto operativo del comando provinciale di Frosinone per l’omicidio del figlio di poco più di due anni.

La madre aveva mentito

Il bimbo, nato a Sora l’11 dicembre 2016, non era dunque stato investito, come riferito dalla madre in un primo momento, ma è stata la stessa donna ad ammazzarlo poco prima durante una passeggiata, presa da un raptus. Una pattuglia della stazione carabinieri di Piedimonte San Germano era intervenuta sul posto con personale del 118 che aveva cercato di rianimare il piccolo, Gabriel, constatandone poco dopo il decesso. Stanno emergendo particolari agghiaccianti: il bimbo si sarebbe difeso durante l’aggressione subita dalla propria mamma.

Un raptus

Gli immediati accertamenti effettuati dal personale operante hanno permesso di acclarare che il decesso del bimbo non era riconducibile a un investimento ed alla successiva fuga dell’auto, come riferito dalla madre. La donna avrebbe perso il controllo in seguito ad una banale richiesta del figlio di tornare dalla nonna.

La madre ora è in carcere

La salma del piccolo è stata condotta presso la camera mortuaria dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria, mentre la donna al termine delle formalità di rito sarà portata presso la sezione femminile della casa circondariale di Roma-Rebibbia. Donatella Bona, 28 anni di Frosinone, incensurata e mai in cura per problemi mentali, interrogata dai carabinieri aveva ancora i graffi sulle braccia lasciati dal figlio nel tentativo disperato di salvarsi dal soffocamento. Eppure, una volta compiuto il drammatico gesto, la giovane mamma si è rimessa a camminare verso la casa che le avevano lasciato i genitori, in località Volla a Piedimonte San Germano, iniziando a pensare al copione da recitare. «Me l’hanno ammazzato», ha detto prima ai sanitari del 118.

Ma il castello di carte costruito dalla ventottenne ha iniziato a crollare pezzo dopo pezzo. Non un segno corrispondente a un incidente, nemmeno la traccia di un’auto in fuga: le prime ammissioni della mamma sono partite da lì e poi, davanti al suo avvocato e al sostituto procuratore Valentina Maisto, la confessione. Poche lacrime, solo all’inizio. Un racconto freddo, di una donna consapevole degli anni di carcere che l’aspettano, cinica davanti ai carabinieri. Il corpo del piccolo Gabriel è ora nella camera mortuaria dell’ospedale Santa Scolastica di Cassino dove sarà sottoposto a esame autoptico.

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