Assange in manette a Londra. E Wikileaks potrebbe trarne vantaggio (il video dell’arresto)
Julian Assange è stato arrestato a Londra. Sollevato e portato via di peso dai poliziotti di Sua Maestà. Il, 47enne giornalista australiano, fondatore di Wikileaks dal 2012 viveva come rifugiato politico nell’ambasciata dell’Ecuador nella capitale britannica. E proprio nella medesima ambasciata è stato arrestato da funzionari di Scotland Yard dopo che, evidentemente, la protezione del governo ecuadoregno era venuta meno. Sono in tanti, a cominciare da Obama, dalla Hillary Clinton e dalla Merkel -giusto per non fare nomi- ad avercela con Assange. Tant’è vero che la richiesta di estradizione negli Usa è subito stata recapitata. Perchè in tanti sono stati colpiti dalla divulgazione di notizie riservate che lui e la sua squadra di informatici immettono in rete dal 2006, anno della fondazione in Islanda. Wikileaks, da allora, è nota in tutto il mondo: è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro che riceve in modo anonimo, grazie a un contenitore protetto da un potente sistema di cifratura, documenti coperti da segreto e poi li carica sul proprio sito web. Sulla cui prima pagina si legge una citazione del Buddha: «Tre cose non possono essere nascoste a lungo: la Luna, il Sole e la Verità».
La parabola di Assange: il film a lui dedicato e le accuse fasulle
Applaudito e temuto. Tanto da meritarsi un film, “Quinto potere” (2013, regia di Bill Condon) nel quale si narra, appunto, la storia di un paio di temerari che decidono di puntare i riflettori del mondo sulle storture di un sistema di potere e privilegi, creando una piattaforma per la diffusione in forma anonima di informazioni riservate. Nel giro di poco tempo riescono a raggiungere il grande pubblico, diventando un vero e proprio strumento di controinformazione globale. Citato ad esempio di libertà praticamente ovunque. Almeno fino a quando altri file riservati di cui era venuto in possesso sono pubblicati. Scatenando americani e inglesi che hanno cominciato a dargli la caccia. E a inventare accuse. Come quando nel 2010 un tribunale svedese aveva chiesto l’arresto di Assange per ben tre accuse di stupro, molestie sessuali e di “coercizione illegittima”. Peccato che dopo anni si fosse scoperto che erano tutte balle, inventate per incastrare Assange. Cosicchè nel 2017 il caso era stato archiviato. Nei suoi confronti rimase però il mandato d’arresto da parte della polizia di Londra. Polizia che, nel 2010, lo aveva bloccato in seguito alla segnalazione dell’Interpol, su richiesta delle stesse autorità svedesi. Assange, dopo aver ottenuto di essere liberato su cauzione per dieci giorni, era però fuggito. E quindi adesso, grazie a quel mandato emesso per un fatto archiviato e dopo che Wikileaks ha pubblicato documenti sgraditi al governo dell’Equador che l’ospitava, la polizia britannica ha potutoi arrestare Assange. Che, certo, dovrà subire un processo. Ma, probabilmente, con l’effetto contrario a quello sperato. Perchè più che zittirlo ne amplificherà la voce. Con chissà che altre fughe di notizie.
Il video diffuso da The Guardian e tratto da Facebook