Anpi, il questore di Prato annuncia la linea dura: «Offese le istituzioni, li denuncio»

27 Apr 2019 12:01 - di Luciana Delli Colli

Guai per l’Anpi di Prato. Il questore, Alessio Cesareo, ha annunciato una denuncia per le intemperanze del 25 aprile. Durante le manifestazioni, dalla piazza dei “partigiani” si sono levate dure contestazioni contro il prefetto Rosalba Scialla, “rea” di aver autorizzato la manifestazione di Forza Nuova del 23 marzo. «I soggetti ritenuti responsabili di questi comportamenti, che sono in corso di identificazione, saranno segnalati all’autorità giudiziaria», si legge nel telex «urgente» inviato dal questore al ministero dell’Interno la sera stessa del 25.

L’Anpi contro prefetto e questore

A dare notizia del telex della Questura è stato il Corriere Fiorentino, ricordando che quando lo speaker della cerimonia in piazza Santa Maria delle Carceri ha fatto il nome del prefetto sono partiti fischi, cori e richieste di dimissioni. Inoltre, sono stati anche mostrati cartelli sia contro Scialla sia contro lo stesso questore, nei quali si faceva riferimento alla manifestazione di Forza Nuova.

Le indagini delle questura

Nel telex è spiegato che la Digos e la polizia scientifica hanno acquisito quei cartelli «con frasi considerate non rispondenti alla solennità della manifestazione» e stanno provvedendo a identificare i contestatori attraverso le riprese della giornata, in modo da poterli poi segnalare «all’autorità giudiziaria». Nessuna anticipazione, invece, viene fornita sulla possibile ipotesi di reato, che – ipotizza il Corriere Fiorentino – potrebbe essere vilipendio della Repubblica e delle istituzioni costituzionali.

«Idea deviata di libertà, persone fuori dalla storia»

«Evidentemente questo manipolo di persone fuori dalla storia ha una concezione deviata della libertà, della democrazia e del rispetto delle istituzioni», era stato il commento alle contestazioni del candidato a sindaco di Prato per il centrodestra, Daniele Spada, che aveva definito «vergognoso e inaccettabile contestare e offendere una rappresentante delle istituzioni, ancor più se lo si fa durante la celebrazione ufficiale come il 25 aprile».

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