Altro che cambiamento, il governo lottizza anche lo spazio. Ma quando c’era il Duce…
Cambio della guardia col botto all’Asi, l’Agenzia spaziale italiana: esce il commissario straordinario Piero Benvenuti, astrofisica, entra l’ingegner Giorgio Saccoccia, la cui nomina è stata decisa oggi dal Comitato interministeriale per le attività spaziali. «Il mio curriculum non è stato ritenuto all’altezza», ha sbottato in diretta streaming Benvenuti nel corso della conferenza stampa convocata in un moto d’impeto per comunicare urbi et orbi la propria amarezza: «Vista la valutazione negativa, è opportuno che io venga sostituito al più presto», è stato il suo polemico commiato.
Polemiche dopo la nomina del presidente dell’Asi
Lungi da chi scrive l’idea di prendere parte alla contesa. I curricula di certo si equivarranno. A un certo livello è più che normale. Così com’è normale che ci si azzuffi per le rivalità accademiche, al cui confronto quelle politiche trascolorano che neanche tre passate di doppio Dixan. Il problema non è questo, ma il valore che le istituzioni politiche attribuiscono ad organismi com l‘Asi, di certo non centrali nelle preoccupazioni di chi governa. Un dato su cui dovrebbero riflettere i tanti intellò che a proposito del governo in carica strologano di fascismo ad ogni piè sospinto credendo di scorgerne le tracce in ogni atto ritenuto turpe o indegno. Salvo poi fare scena muta quando il confronto con quel periodo li costringerebbe ad espiare cinque minuti di vergogna dietro la lavagna.
Un antifascista: «Quando fondò l’Iri Mussolini scelse i migliori»
Restiamo al tema “nomine e curricula” e lasciamo parlare una fonte insospettabile come Massimo Mucchetti, già firma di punta del Corriere della Sera e parlamentare Pd, che in un articolo per il Foglio («La verità sullo Stato azionista») raccontò con queste parole la nascita dell’Iri agli inizi degli anni ’30 del vecchio secolo: «(…) Come tutti i politici, Mussolini andava a spanne. E però a chi si rivolgeva il Duce? A un manipolo di grand commis di altissima levatura, ai quali chiedeva competenza da capitani d’impresa e non fedeltà da camicia nera, del resto improbabile in un socialista nazionalista e riformista come Beneduce e in un liberale anarchico come Mattioli che, alla Comit, dava ufficio e stipendio agli antifascisti laici (…)». Nessun commento, ma una sola preghiera ai tanti sfascisti di oggi: quando parlate di Mussolini, sciacquatevi la bocca.
Curriculum non va declinato al plurale!