A San Luca si voterà. Klaus Davi ce l’ha fatta, ma tacciono tutti, pure l’antimafia

27 Apr 2019 14:30 - di Il Cavaliere Nero

La politica italiana dovrebbe dire grazie a Klaus Davi. In un comune piccolo e tristemente noto come San Luca, a distanza di ben undici anni, si tornerà ad avere un sindaco e un’amministrazione comunale. Sarà il popolo a decidere chi governa e non più le istituzioni con i soliti commissari prefettizi. San Luca, nella Locride, al centro di una guerra di ‘ndrangheta per troppi anni, era il simbolo della paura. Non si presentavano le liste, non c’era mai quorum. Ora ce ne saranno due e comunque vada ci sarà il vincitore, ci sarà la maggioranza, ci sarà la minoranza.

Silenzio delle istituzioni

Klaus Davi, massmediologo noto al grande pubblico, ci ha scommesso con tenacia ed è riuscito nell’obiettivo di garantire un governo democratico del paese. E oggi parla apertamente di “miracolo”: Bruno Bartolo, il concorrente “rivale” e lui stesso, alla guida della sua lista, consentiranno “l’esercizio della democrazia, sostenuti dall’ampia partecipazione della popolazione”.
E a liste presentate, ha ben ragione a lamentarsi dei silenzi incredibili di queste ore. Il voto che ci sarà a San Luca è un grande evento democratico. ma “nessun rappresentante istituzionale ne parla, tranne la lodevole eccezione del senatore Siclari“, dice Davi. “Non parla il premier, non parlano i vicepremier, non parla un ministro”.

Sparito persino Morra…

Sono due le liste, entrambe civiche, che si confronteranno nella sfida elettorale: “Klaus Davi sindaco di San Luca”, con candidato a sindaco proprio il massmediologo, e “San Luca ai sanluchesi”, con candidato a sindaco Bruno Bartolo, infermiere in pensione. La lista di Davi è composta da dieci candidati e quella di Bartolo da 12.
Ma a undici anni dall’ultima elezione, stanno tutti zitti. Persino il ciarliero presidente della commissione antimafia, Nicola Morra, fa silenzio, non dice una parola. Invece, dovreste almeno stringere la mano a Davi e al suo concorrente in questa competizione. E’ una vergogna questo silenzio.

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