25 aprile a Bologna: i giapponesi della “Magneti Marelli” mettono alla porta i partigiani
Riceviamo da Massimiliano e volentieri pubblichiamo:
Caro direttore,
Anche il 25 aprile bolognese è oggetto di polemica – e di non poco momento – tra una grande azienda della città – la Magneti Marelli – e la solita triade sindacale. Intenzionati a commemorare l’evento nel ricordo di Gualtiero Mazzocchi, un operaio-partigiano della Magneti Marelli caduto per mano tedesca, i delegati di Cgil, Cisl e Uil avevano preparato un’iniziativa, a cui avrebbero dovuto partecipare anche un responsabile dell’Anpi e un delegato della giunta comunale. Purtroppo per i sindacalisti, però, i nuovi vertici dell’azienda, ceduta da poco da Fca a un fondo d’investimenti giapponese, si sono schiantati, almeno per ora, nell’inflessibilità nipponica in materia di gestione aziendale: il delegato Anpi e quello del Comune sono dipendenti della Magneti Marelli? Ovviamente, no e, di conseguenza, dovranno restare fuori dalla fabbrica. Immediato lo sconcerto dei sindacati e della Sinistra cittadina, anche perché la decisione dei vertici aziendali sembra ineccepibile: non mette in discussione l’iniziativa di commemorazione di un dipendente caduto durante la guerra – anzi, la manifestazione è autorizzata e gradita -, bensì la partecipazione di soggetti che a quella comunità di lavoratori è estranea. In altre parole, la Magneti Marelli ha precisato di voler esser al fianco di chi intende onorare le vittime del conflitto, ma di non voler permettere assolutamente – per di più, sotto elezioni – che una commemorazione diventi un’iniziativa politica di parte. Insomma, sayonara, Anpi!