“Viva il Duce” e/o “Viva il Re”: l’atroce dubbio che angoscia Tajani

14 Mar 2019 20:24 - di Salvatore Sottile

Va a processo Antonio Tajani. Processo pubblico e social. Va a processo e sarà condanna certa: abiura istantanea pena ignominia perenne. Va a processo di piazza (virtuale!) per volontà di quegli stessi che, sino ad un attimo prima di sentirlo via etere, l’hanno blandito e riverito e indicato come possibile baluardo al rigurgito gialloverde. Quelli che adesso gli lanciano addosso la pietra dell’accusa più scabrosa ed indigeribile: rigurgitare e rivalutare Mussolini e il fascismo. Va a processo Tajani, monarchico di lungo corso e di sicura schiatta, convertitosi alla seconda repubblica sulla via di Arcore, oggi a capo dell’Europarlamento. Va a processo per una verità che può scappare a chiunque. Anche ad un Don Abbondio qualsiasi. Seppur noi non pensiamo che il presidente Tajani, sia in alcun modo equiparabile al parroco del Manzoni. Non foss’altro perché quel curato di campagna è indubitabilmente consegnato all’immortalità. Tajani va a processo, mediatico!, perchè un uomo politico, per affermare quella verità, deve avere spalle larghissime e una intera foresta sullo stomaco. Coraggio tanto e attributi d’acciaio. Roba d’altri tempi e d’altra tempra. E, siccome -manzonianamente dicendo- se uno il coraggio non ce l’ha non se lo può dare, siamo inclini a comprendere il turbinio di dubbi e di paure che hanno assalito l’incauto, colto dal raptus dello strafare e dello stradire. “Mussolini ha fatto anche tante cose buone...” ha sibilato lo sventurato, pizzicato dai pungiglioni radio de “La Zanzara“. Parole che oggi lo dannano e lo condannano. Anche se ciò che ha detto è una solare verità. Di comune e popolare buonsenso da Bolzano a Trapani. Ma, che si può sussurrare solo nella cerchia amicale o familiare. Punto e basta. Perchè poi, nella piazza reale o virtuale, c’è sempre e solo la liturgia repubblicana e antifascista da osservare. Con annessi e connessi. A Tajani, forse per vezzo, forse per calcolo o forse per convinzione, scappò il vero. Adesso deve fare abiura. Pubblica e repentina. Ma non basterà il “Sono da sempre un antifascista convinto” che ha twittato indispettito. Anzi. Il pubblico processo è appena iniziato. Ed è facile scommettere che insisteranno a chiedergli conto di ogni cosa. È la regola della democrazia repubblicana. Mala tempura perciò: l’abiura di Tajani dovrà esser pubblica e completa. Per tutti gli orrori del regime. A cominciare da quelli controfirmati dal suo amatissimo Re.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Giuseppe Forconi 25 Marzo 2019

    Povera Italia in che mani ci troviamo. Ma possibile che questo spauracchio o fantasma del fascismo fa tremare ancora? Dove , la terra non trema (purtroppo) e’ sotto le poltrone dei dipendenti di camera e senato. Una buona scossa sismica di un 7 gradi/ Mercalli, porterebbe al risanamento dell’Italia.

  • Carlo Cervini 15 Marzo 2019

    I sinistri di tutte le risme hanno la segatura nel cervello, l’antifascismo militante è un riflesso condizionato………non si deve parlare del passato anche favorevole al popolo, perchè bisogna nascondere tutte le porcherie che loro, nel nome del popolo, hanno inferto per 70 anni agli italiani. Bisogna avere il coraggio di ignorarli, perchè se gli risponsi si sentono vivi e invece sono dei cadaveri putrefatti.

  • Mauro Collavini 15 Marzo 2019

    Ridicolo, ha detto solo una sacrosanta verità. Ed un’altra verità è vedere se gli assassini sono stati i fascisti o i partigiani o entrambe; Scoprire i motivi per cui lo sono stati, cambiare la storia del nostro paese liberandolo di tutte le menzogne scritte a partire dall’ottocento, da Savoia, Cavour, Mazzini e Garibaldi. Dopo saremmo più ricchi di conoscenza vera ella ns. storia.

  • Enzo Marotta 15 Marzo 2019

    Una pura constatazione sulle cose positive svolte durante i venti anni di mussolinismo, liberamente espressa nella enunciazione di un discorso politico genera una disgustosa repressione messa in atto dai tanti operatori della casta tra cui spiccano i soliti pennivendoli e puttane della storia di questi ultimi tre ventenni che abbiamo vissuto imbottiti da una continua violenza intellettuale.
    Chi ha occhi per vedere e cervello ancora attivo per ragionare si rende conto di quanta Italia è stata costruita nel ventennio Mussoliniano restando integra fino a oggi tanto alta è stata la sua qualità e di quanto poco, invece, sia stato fatto di buono nell’ultimo mezzo secolo da cui stiamo ereditando un’Italia insozzata, inquinata, corrotta, impoverita e impaurita, dequalificata e derubata, derisa ed offesa da popoli che ci hanno invidiato e copiato.
    Abbiamo saputo utilizzare le bontà che avevamo ereditato dal ventennio Mussoliniano durante il ventennio successivo a guida Democristiana Degasperiana, ma poi con l’insediamento della casta dal diabolico compromesso storico in poi, fino a oggi, abbiamo subito la subdola dittatura intellettuale postcomunista e pseudo liberale che in nome della libertà ha negato la libertà e ci ha messo sotto questo attuale insopportabile comunismo liberale che appunto accomuna i tantissimi italiani buoni impoveriti sotto i pochi italiani della ricca casta dei liberisti associati o illuminati o affratellati, come preferite definirli, ma comunque rinnegati.
    Che ne dite, può bastare per svegliarci?

  • avv. alessandro ballicu 14 Marzo 2019

    proprio lui che presiede il parlamento europeo (organo che umilia ed annulla la sovranità e la dignità dell’italia , rovinandone l’economia in modo premeditato e scientifico) dovrebbe sapere che: sia il re che il duce non avrebbero mai permesso che l’italia svendesse la propria indipendenza, se loro fossero al potere lui sarebbe nanti la corte marziale con accusa di alto tradimento e intelligenza con lo straniero

    • Francesco Storace 14 Marzo 2019

      gli è uscita male