Tumori, immunterapia: un algoritmo “made in Italy” svela su chi funziona

4 Mar 2019 15:52 - di Redazione

È l’immunoterapia una delle frontiere più affascinanti nella lotta contro i tumori. Un approccio che si è guadagnato l’ultimo premio Nobel per la Medicina, ma che purtroppo non funziona su tutti i malati. Su alcuni, anzi, si rischierebbero più rischi che benefici. Uno studio italiano, pubblicato su Cancers da un team dell’Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, ha  dimostrato «le potenzialità di un algoritmo messo a punto ad hoc nella selezione dei pazienti maggiormente responsivi all’immunoterapia». L’obiettivo, sottolineano all’Int, è giungere ad una medicina sempre più personalizzata e quindi più ritagliata sull’organismo del paziente. Il trattamento con inibitori del checkpoint immunologico (anti Pd-1, anti Pdl-1 e anti Ctla4) ha consentito un significativo miglioramento della prognosi in pazienti con diverse neoplasie solide, ricordano gli esperti della Fondazione Irccs del capoluogo lombardo. Purtroppo, però, solo il 20-30 per cento risponde a questi trattamenti e ad oggi non esiste un metodo di analisi univoco che permetta di selezionare i pazienti.

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