Tav, la melina scatena il centrodestra: «Basta ambiguità. Salvini molli i 5Stelle»

8 Mar 2019 15:28 - di Michele Pezza

Vista dal centrodestra, la contesa sulla Tav all’interno della maggioranza giallo-verde suona soprattutto conferma dell’innaturalità del rapporto tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Anche se il copione della convenienza politica impone ai suoi esponenti di scaricarne per intero la colpa sui “no” a raffica pronunciati dal capo politico dei Cinquestelle. Non è un caso che le reazioni in quel campo, sia di matrice moderata sia sovranista, insistono soprattutto sul tasto della incompatibilità politica tra Lega e M5S. Berlusconi lo sostiene da sempre e ne è talmente convinto da averne fatto un refrain da intonare in ogni occasione.

Lollobrigida: «Basta con il tiremmolla nel governo»

Il tiremmolla intorno alla Tav gli è sembrato particolarmente propizio per tentare l’ennesimo invito a Salvini a levare finalmente gli ormeggi per assumere la guida del centrodestra e quindi passare, previa campagna elettorale, da vicepremier a premier. Il leghista ha opposto un garbato «no, grazie», ma è il primo a sapere che non può durare all’infinito. Identico invito è arrivato, per bocca di Francesco Lollobrigida, da Fratelli d’Italia: «Che cosa aspetta la Lega a mollare i Cinquestelle?», è il polemico interrogativo posto dal capogruppo di Giorgia Meloni a Montecitorio. «Il governo faccia una scelta definitiva», rincara la dose la forzista Anna Maria Bernini, che poi aggiungere: «È una questione di decenza e anche di dignità»

I forzisti all’assalto di Salvini: «Sulla Tav parli chiaro»

Tra gli azzurri, tuttavia, non manca chi, come il senatore Andrea Cangini, straccia il copione della convenienza per andare addosso direttamente a Salvini: «Sulla Tav deve dire parole chiare, possibilmente prima delle elezioni europee». Solo segnali, certo, ma rivelatori di un’affiorante insofferenza ad assecondare ancora il doppio forno del leader leghista, a Roma con i Cinquestelle e in periferia con il centrodestra. I cui leader hanno fiutato l’aria e hanno capito che Salvini sta giocando d’azzardo. Sanno che il consenso gli gonfia le vele, ma nel contempo scommettono che non continuerebbe ad essere così, soprattutto al Nord, in caso di blocco delle grandi opere, la Tav  tra queste. Insomma, il pallino è tutto nelle mani di Salvini e tocca a lui impedire che il centrodestra finisca su un binario morto.

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