“Sy è pericoloso, voleva fare una strage, resti in carcere”: il gip a muso duro demolisce le sue menzogne
Folle fino in fondo. Il gip di Milano scrive parole inequivocabili sulle intenzioni reali dell’autista di origine senegalese, demolendo la patetica versione dei fatti fornita da Ousseynou Sy sotto interrogatorio. Pericoloso, voleva commettere fino in fondo il suo gesto terroristico e aveva anche lo scopo di condizionare la politica del nostro governo sull’immigrazione. Prenda nota l’Italia buonista.
“Il gesto aveva uno scopo terroristico”
“Del tutto inverosimile è la versione offerta dall’indagato secondo cui non era sua intenzione quella di mettere in pericolo la vita degli ostaggi, dovendosi invece ritenere che soltanto per una combinazione di fattori indipendenti dalla sua volontà non si sono verificate conseguenze ben più gravi”, scrive il gip di Milano Tommaso Perna che ha convalidato l’arresto di Ousseynou Sy. Per il giudice i fatti e le dichiarazioni raccolte mostrano come “la potenzialità offensiva della condotta fosse elevatissima e concretamente idonea raggiungere lo scopo terroristico prefissato“. In questo senso scrive: “inverosimili appaiono le dichiarazioni dell’indagato secondo cui egli avrebbe consentito ai passeggeri di scendere dall’autobus”. Nel provvedimento di 24 pagine si sottolinea come “la liberazione degli ostaggi non è in alcun modo dipesa dalle scelte del fuggitivo“.
“Voleva condizionare la politica migratoria del governo”
Demolita su tutti i fronti la rappresentazione dei fatti cn cui Sy ha tentato di prendere tutti in giro. “Frutto di una posticcia e maldestra opera di rivisitazione della realtà, ciò al non troppo velato fine di poter contare sui benefici conseguenti ad una eventuale, ed improbabile, dichiarazione di incapacità di intendere e di volere”. Cosi il gip smonta la linea di difesa di aver agito sotto l’impulso di sentire le voci dei bimbi morti nel Mediterraneo.
“Ci voleva colpire negli affetti vitali”
Interessante quel che aggiunge: “Appare evidente che lo scopo sotteso all’azione dell’indagato era quello di costringere, o comunque condizionare, le politiche migratorie attualmente adottate dal governo in carica”. In considerazione del fatto che l’azione è stata condotta verso una scolaresca, “deve altresì ritenersi che l’effetto intimidatorio nei confronti della popolazione, colpita nella sua primaria essenza vitale, ovvero i suoi figli, sia stato massimo”, aggiunge nel suo provvedimento. In tal senso “depongono anche le modalità della condotta posta in essere dall’indagato il quale, per raggiungere lo scopo che si era prefissato, ha evocato immagini di una violenza inaudita, di fatto minacciando di dare alle fiamme la scolaresca imprigionata all’interno del pullman, con i polsi legati”, sottolinea infine il gip.
Sì il gio. Smonta il terrorista ma speriamo che il giudice del tribunale non stravolga tutto l’impianto accusatorio