Sondaggio, il governo allacci le cinture: 6 italiani su 10 lo bocciano

17 Mar 2019 11:17 - di Federica Argento

Non se la passa bene l’esecutivo gialloverde, stando a un un check delle percezioni dei cittadini rispetto all’operato del governo pubblicato dal Corriere della Sera e curato da Nando Pagnoncelli. Quasi il 60% degli italiani pensa che il governo non stia facendo niente per la ripresa mentre meno del 30% ritiene che invece si stia favorendo la crescita. Il disagio alberga anche tra gli elettori della compagine governativa: 26% degli elettori penta stellati e addirittura 45% dei leghisti ritengono che si potrebbe fare meglio. “Per la Lega – si riporta nella rilevazione curata da Nando Pagnoncelli- è la conferma di una potenziale difficoltà, di una critica, più rilevante al Nord e tra i ceti produttivi. Posto che la maggioranza pensa che la manovra non abbia spinte espansive, la caratterizzazione principale è sul welfare (24%) più che non sulla ripresa (4%)”. “D’ altronde i due provvedimenti simbolo, quota 100 e reddito di cittadinanza, sono attribuiti prevalentemente all’ area del sostegno sociale, più che non della reazione alla crisi. Anche in questo caso sono principalmente gli elettori leghisti a dare questo taglio alle scelte governative, presumibilmente in relazione al disagio espresso in quest’ area rispetto al reddito di cittadinanza”, deduce Pagnoncelli.

La percezione di coesione della compagine governativa si riduce, passando dal 51% di poco più di due mesi fa, all’ attuale 41%. “Oggi quindi -si riporta nella rilevazione – -prevale chi pensa che le divisioni siano preponderanti (49%). Naturalmente gli elettorati di riferimento fanno nettamente prevalere la percezione di coesione (lo pensa il 76% degli elettori pentastellati e il 66% degli elettori leghisti), ma anche qui con qualche mal di pancia (tra il 22% e il 29% vede prevalere infatti le divisioni)”.

Gli ultimi mesi sono stati una “via crucis”, del resto. I punti di divisione sono stati numerosissimi. Dalle grandi opere all’autonomia regionale, dalla politica internazionale (Venezuela prima, Via della Seta oggi) alle famiglie, con un convegno fortemente criticato e irriso dai 5 Stelle per bocca di Di Maio. Per citare solo alcuni deii rilevanti punti di attrito.

Pagelle ai ministri

Cala a picco tra gli italiani il gradimento per il ministro delle Infrastrutture Danilo Toninelli, al centro delle polemiche sulla Tav e di altre rocambolesche disavventure, che scende di ben 18 punti, e il ministro della Salute Giulia Grillo, discussa negli ultimi mesi per la «schedatura» degli scienziati, le nomine del Consiglio Superiore della Sanità, e oggi tornata alla ribalta per i vaccini, che scende di 14 punti. In entrambi i casi un calo importante di consensi si registra tra gli elettori leghisti. Sentenzia Pagnoncelli.  “Al crescere della notorietà  tutti sono in calo rispetto al dato registrato subito dopo l’ insediamento (con la sola eccezione del ministro degli Esteri, che cresce di un punto e della ministra della Pubblica Amministrazione Bongiorno che scende di uno)”.

Prospettive

Mentre tra gli elettori 5 Stelle il 72% auspica che il governo continui per tutta la legislatura, questa percentuale scende al 57% tra gli elettori leghisti tra i quali un terzo circa vorrebbe un voto anticipato. La scadenza naturale, al di là delle attese, è il pronostico che fa la maggioranza relativa: il 44% pensa che il governo arriverà a fine legislatura.

 

 

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